Province, Uil: "Bipartizione marte/monti è l'ipotesi più dannosa"

27 Luglio 2012   11:30  

"Province: meglio l’abolizione. Ma se intanto l’opportunità che c’è è di razionalizzarle, facciamolo bene". E' la posizione della Uil Abruzzo, espressa dal segretario regionale Roberto Campo.

"La Uil ha da tempo sostenuto la tesi dell’abolizione delle Province, giudicando eccessivo il numero dei livelli istituzionali ed amministrativi in essere in Italia e ritenendo che per garantire un livello di coordinamento non necessariamente si deve dar vita ad un ente. Oltre ai costi esagerati della politica, paghiamo la confusione dei ruoli e la sovrapposizione delle funzioni. La spending review del Governo propone non l’abolizione ma la razionalizzazione delle Province. È comunque un’occasione da non perdere per fare ordine e snellire la macchina istituzionale ed amministrativa nonché per ridurne il costo. Per fare un buon lavoro di ridisegno delle Province - continua Campo - bisogna avere in mente un’idea di regione, perché comunque è il livello regionale unitario che va valorizzato".

L’ipotesi più dannosa, per il sindacato, sarebbe la bipartizione mare/monti.

"Accorpare le attuali Province di Teramo, Pescara, Chieti in una Provincia costiera, contraltare della Provincia montana dell’Aquila, è secondo noi un’ipotesi sbagliata, da scongiurare. Troppo grande - spiega Campo - il divario economico e demografico. Invece di porre le basi per attenuare il dualismo regionale, lo si accentuerebbe. Ogni livello ed organo istituzionale va invece impegnato per una maggiore integrazione tra costa e interno".

"La soluzione più equilibrata va cercata, secondo noi, in un arco che va dal semplice accorpamento L’Aquila/Teramo e Pescara/Chieti a razionalizzazioni di queste nuove province che le disegnino meglio, avendo presente la storica distinzione tra Abruzzo Ulteriore e Citeriore. Tale antica bipartizione del territorio abruzzese (XVI secolo), con il fiume Aterno-Pescara quale divisore, ha il pregio di tenere maggiormente conto della geografia dell’Abruzzo, in particolare dei sistemi montuosi del Gran Sasso da un lato e della Maiella dall’altro, ma precede di secoli i nuovi fenomeni di urbanizzazione, soprattutto nell’area Francavilla-Pescara-Montesilvano, per cui può offrire diversi spunti utili per il ridisegno armonico delle nuove province ma non una soluzione mutuabile in toto".

La Uil torna poi a sollecitare che sul’area metropolitana Pescara-Chieti si passi "dalle parole ai fatti".

"L’occasione della razionalizzazione delle Province va colta anche per fare un passo concreto per dare vita all’area integrata Pescara-Chieti, sollecitando il Governo e la Regione a definire un quadro normativo in cui ciò sia reso possibile, anche individuando una tipologia diversa da quella già codificata per le dieci grandi città metropolitane".

In relazione alle altre regioni, la Uil invita a "non isolarsi, ma coltivare le tre dimensioni più significative: meridionale, adriatica, appenninica". 

"L’Abruzzo - conclude Campo - non deve concentrarsi solo sulla sua riorganizzazione interna, ma guardare al di là dei suoi confini regionali. Partecipare attivamente alle politiche di rilancio del Mezzogiorno, di cui è parte integrante dal XII secolo; proseguire nel cammino appena intrapreso di frequentazione con le Marche e il Molise, che può andare da un’alleanza su singoli obiettivi (come quello di rilanciare la ferroviaria adriatica) a progetti di coordinamento permanente o addirittura futura fusione in una regione più grande); rivitalizzare un dialogo tra le regioni dell’Appennino, che ha una lunga tradizione, oggi pochissimo valorizzata, ma è strategico per il rilancio della montagna abruzzese e la ricostruzione dell’Aquila".


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