Provincia, i centristi del Pd avanzano candidatura di D'Ambrosio

Nel Pd regnano ancora i vecchi schemi

16 Marzo 2009   20:18  

Mentre la cosiddetta base cerca di scordare il passato e le rispettive provenienze, nell'arduo tentativo di ragionare come democratici e non più come ex Ds, ex Margherita, ex socialisti, o ancora ex Popolari, eccetera eccetera, la classe dirigente del Partito democratico si arrocca ancora in posizioni utili solo a definire sfere di potere.

L'ultimo esempio ce lo forniscono quattro esponenti politici del pescarese, il segretario del Circolo Pd di Pianella, Vincenzo Di Giamberardino, il sindaco di Catignano, Francesco Lattanzio, Gabriele Pasqualone, consigliere comunale Pd di Penne, e Massimiliano Perazzetti, già segretario regionale dei Giovani della Margherita, oggi componente della Direzione regionale del Pd e, dicono i bene informati, punto di riferimento abruzzese della neonata corrente dei Popolari che è entrata in Red, la associazione-corrente dalemiana.

"Donato Di Matteo non è l’unico candidato spendibile per il Partito Democratico alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale di Pescara. Il Partito può contare al proprio interno sulla presenza di altri autorevoli personaggi", hanno affermato i quattro.
"Primo fra tutti Giorgio D’Ambrosio (nella foto), oggi sindaco di Pianella e consigliere provinciale uscente, nonché ex segretario regionale della Margherita e ex parlamentare. Un nome che ci consentirebbe di raggiungere la convergenza anche con altri partiti alleati".

Ancora una spaccatura, dunque, legata alle due principali anime che hanno costituito il Pd. Da un lato gli ex diessini con l'ex capogruppo all'Emiciclo Di Matteo, dall'altra gli ex margheritini con il loro segretario regionale.
"Ormai i tempi stringono - hanno ricordato i quattro esponenti politici - , l’amministrazione provinciale è agli sgoccioli e, visti gli ultimi insuccessi messi a segno in occasione delle regionali, il Partito Democratico non può permettersi di perdere ulteriormente tempo, dobbiamo individuare subito il candidato alla presidenza della Provincia di Pescara e aprire la campagna elettorale per far sapere ai cittadini quali sono i programmi che intendiamo portare avanti per il benessere collettivo. Per tale ragione abbiamo bisogno di un nome forte, autorevole, di un politico esperto, ben radicato sul territorio e che ben conosca le esigenze dei vari comuni, un nome nel quale si possano ritrovare non solo gli uomini del Pd, ma anche quelli di partiti probabili alleati. In tal senso non riteniamo proponibile la candidatura di Donato Di Matteo, ma consideriamo molto più opportuna ed efficace la candidatura di Giorgio D’Ambrosio.
D’Ambrosio è senza dubbio la figura istituzionale nella quale meglio si ritrovano tanti sindaci della Val Pescara".
Ma lo stop alla candidatura di Di Matteo deriva anche da un'altra motivazione, probabilmente la principe che muove i quattro espinenti democratici: "La Provincia di Pescara viene fuori da dieci anni di governo di un ex diessino, non crediamo che si debba o si possa proseguire su tale percorso, ma riteniamo sia giusto cedere il passo a un uomo di provenienza più moderata, centrista, dando spazio alle altre componenti che costituiscono il Partito Democratico".


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