Pubblica Amministrazione, Regioni: Garantire autonomia su conferimento incarichi

03 Giugno 2015   14:40  

La legge delega in materia di riorganizzazione della pubblica amministrazione deve prevedere una norma che "garantisca l'autonomia delle Regioni nei casi di specifiche e urgenti esigenze nel reclutamento e nel conferimento degli incarichi dirigenziali.

Cosi' come e' da prevedere l'inserimento di una clausola di esclusione per il conferimento degli incarichi di posizione apicale delle Regioni (direttori generali) in quanto chiamati in via principale all'attuazione degli indirizzi degli organi politici".

Sono due dei punti sottolineati dalla Conferenza delle Regioni nel corso dell'audizione di questa mattina in commissione Affari Costituzionali della Camera.

La delegazione era composta da Roberto Ciambetti (assessore al bilancio della regione Veneto), e da Lorenzo Broccoli, Coordinatore tecnico della Commissione Affari istituzionali della Conferenza delle Regioni (Dir. Personale regione Emilia Romagna). 
   
Per quanto riguarda "l'Albo nazionale dei direttori Generali delle Aziende Sanitarie - ha ricordato Roberto Ciambetti - le Regioni insieme al Governo hanno firmato il Patto per la Salute la scorsa estate.

Quindi si tratta di un percorso concordato dopo un lavoro intenso e approfondito. Ora rimettere in discussione quanto gia' definito con il Governo potrebbe creare dei problemi di confusione e anche una ingerenza deleteria". 

 La Conferenza ha inoltre chiesto una forte semplificazione del ruolo della Commissione nazionale, che comunque deve essere espressione delle Regioni.

La Commissione dovra' agire come sede di elaborazione e condivisione dei principi generali per l'affidamento degli incarichi dirigenziali per tutti gli enti della Repubblica, anche valutando il regolamento per il conferimento degli incarichi adottato dall'ente, ma non dovra' intervenire nelle specifiche procedure di conferimento. Potra', altresi', procedere al monitoraggio programmato sull'attuazione dei criteri di conferimento.

E' stato osservato che queste modifiche "sono essenziali sia in ossequio alla autonomia organizzativa delle Regioni, costituzionalmente garantita, sia al fine di evitare una burocratizzazione pesantissima delle procedure, con gravissimi effetti sulla funzionalita' delle strutture che erogano servizi ai cittadini".


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