Quale bonifica per Bussi, una mega-discarica in loco?

04 Luglio 2014   13:13  

"Quale bonifica per Bussi, una mega-discarica in loco?" è questa la domanda posta dal Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua che ha inviato una dettagliata nota a tutti gli enti pubblici interessati, compresi i comuni della Valpescara da Chieti a Spoltore, da Pescara a S. Giovanni teatino.

Il Forum ribadisce, infatti, che la questione Bussi riguarda tutta la Valpescara perché l'inquinamento nei decenni si è trasferito verso valle, sia attraverso l'acqua dei pozzi S. Angelo chiusi nel 2007 sia con il fiume Pescara, i cui sedimenti sono contaminati da mercurio fino alla foce. Nella nota si chiede di fare chiarezza sulle ipotesi relative alle modalità di bonifica dell'area di Bussi officine, che prevederebbero, tra l'altro, la realizzazione di una mega-discarica, questa volta "legale", dove gettare i materiali delle discariche cosiddette 2A e 2B. Un'ipotesi che al Forum risulta essere stata recentemente discussa a Roma.

Una "soluzione" letteralmente incredibile, considerata la vulnerabilità ambientale dell'area, La cosiddetta strategia di bonifica o messa in sicurezza "in situ", con le scorie e il terreno contaminato che rimangono sul posto confinati in strutture quali discariche controllate si può applicare in ben diversi contesti idrogeologici e non certo a Bussi. L'area è fortemente sismica, in un contesto geologico carbonatico che ospita uno dei maggiori acquiferi dell'Appennino.

Se si dovesse progettare una discarica per rifiuti speciali pericolosi o non pericolosi in un sito abruzzese, quello di Bussi sarebbe probabilmente all'ultimo posto per idoneità. Purtroppo la questione non riguarda solo le discariche 2A e 2B ma anche la Tremonti, quella posta sul fiume Pescara, visto che nello stesso documento progettuale relativo alla contestata palancolatura, poi realizzata, si considerava l'intervento come propedeutico ad una messa in sicurezza permanente "in situ" (cioè il tombamento della discarica con il suo carico di veleni).

Ipotesi quali quelle paventate per il Forum sarebbero favorevoli sono ai privati, in particolare Edison, che avendo perso al TAR di Pescara, sulla carta dovrebbe provvedere alla rimozione completa di tutti i rifiuti. Realizzare uno sversatoio nei pressi delle discariche attuali farebbe risparmiare sicuramente decine di milioni di euro rispetto al trasporto del materiale in una discarica già realizzata in contesti geologici più tranquilli.

In generale riteniamo che qualsiasi iniziativa, soprattutto se comprende l'utilizzo, anche parziale, di fondi pubblici, deve perseguire l'interesse dei cittadini dell'intera valpescara a vivere in un ambiente risanato e non certo quelli delle aziende, da Edison a Solvay fino ad arrivare a quelle che si vogliono insediare nell'area. Tra l'altro ricordiamo che attualmente l'acqua potabile dell'intera Valpescara viene captata a 800 metri a monte dell'area industriale.

Qualsiasi iniziativa, comprese quelle relative alla cosiddetta "reindustrializzazione", devono tener conto di questo fatto, visto che impianti e discariche possono subire incidenti rilevanti con conseguenze anche a distanza. A mero titolo di esempio, poiché si parla di realizzare un industria farmaceutica, ricordiamo che uno dei peggiori disastri industriali della storia statunitense è considerato l'incidente accaduto in un'industria farmaceutica nel 2003, con detriti scagliati a 3 km di distanza (senza considerare l'area interessata dalla ricaduta di inquinanti contenuti nei fumi dell'incendio!).

Per queste ragioni e per le stesse previsioni di legge, il Forum ha ricordato agli enti la necessità di assoggettare il paventato Accordo di Programma, che sta andando avanti senza alcuna forma di trasparenza. alla Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.). La VAS assicura la partecipazione dei cittadini alle decisioni che riguardano il futuro dell'intera valpescara. Sui siti istituzionali non vi è praticamente nulla non solo riguardo questo accordo ma anche rispetto alle attività di monitoraggio e di cosiddetta "messa in sicurezza" in corso.

Il sito del Commissario Goio è aggiornato al 2009 (tranne per una parte relativa agli incarichi, peraltro assai scarna), quello dell'ARTA praticamente nulla, quello del Ministero dell'Ambiente riporta il verbale della conferenza dei servizi del 2012! Eppure sappiamo che le attività di monitoraggio sono in corso ed esistono montagne di documenti che non sono divulgati nonostante precisi obblighi derivanti dal D.lgs.195/2005 sulla trasparenza e diffusione delle informazioni ambientali.

Basti pensare che nel 2013 negli armadi dell'ARTA (ma anche in quelli del Ministero dell'Ambiente) c'erano i risultati di tutti i piani di caratterizzazione e i monitoraggi realizzati da Environ per conto di Solvay. La semplice visione di questo materiale da parte di volontari (con un estenuante accesso agli atti) ha portato all'indagine sui sistemi di messa in sicurezza carenti e al progetto di potenziamento degli stessi da parte di Solvay. Questo evidenzia la rilevanza per il pubblico del materiale che gli Enti sarebbero obbligati a divulgare attivamente.

Alla Conferenza Stampa di stamattina hanno partecipato i rappresentanti del Comitato No Carbone di Brindisi con cui è stato attivato un vero e proprio gemellaggio. Infatti anche a Brindisi la Montedison-Montecatini realizzò una megadiscarica di 44 ettari di fanghi tossici, la Micorosa. Una discarica incredibile posta sul mare con valori di inquinamento della falda senza precedenti, anche 198 milioni di volte superiore ai limiti di legge per il dicloroetilene. L'esperienza maturata per il caso Bussi è stata utile per redigere un esposto ed una diffida per la discarica Micorosa, ed alcuni atti relativi al procedimento abruzzese sono stati allegati alla documentazione presentata alla procura pugliese.

Inoltre è stato realizzato un dossier sull'"eredità Montedison" nei due siti disponibile dal sito https://app.box.com/s/fcf173e8b7h4i1qsid60. Il Forum Acqua e il Comitato No Carbone di Brindisi, assieme al comitato cittadino pianodortese Fara ambriliae hanno organizzato per oggi pomeriggio un incontro sui Siti inquinati a Piano d'Orta, dove attende la messa in sicurezza e bonifica lo stabilimento ex Montecatini. Parteciperanno anche i comitati dei siti inquinati di Falconara e Valle del Sacco. Nei giorni è arrivata anche l'adesione del Comitato No Elcon che si occupa del sito ex Montecatini di Castellanza, anch'esso contaminato.

Durante l'incontro si ribadirà l'appello ai parlamentari affinché intervengano non solo per assicurare trasparenza e partecipazione nelle scelte su Bussi e sulle altre aree inquinate in Italia ma anche per modificare il Decreto 91/2014. Il provvedimento, appena varato dal Governo Renzi ed ora in fase di conversione in legge presso il parlamento, introduce forme di cosiddetta semplificazione nelle procedure di bonifica che in realtà sottrae al controllo pubblico le attività di disinquinamento.

Basti pensare che la validità dei dati sulla contaminazione saranno auto-certificati dalle stesse aziende e che basterà il silenzio-assenso (con 45 giorni di tempo!) degli enti per l'approvazione del Piano di caratterizzazione! Un colpo di spugna sulle bonifiche per nascondere sotto al tappeto la situazione di contaminazione del paese che ormai è sotto gli occhi di tutti.


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