Quant'era bella la mia Onna. Giustino Parisse racconta

07 Agosto 2009   13:28  

''Quant'era bella Onna quella notte, prima dello scossone orrendo. La luna rischiarava i vicoli: via dei Calzolari, via Oppieti, via dei Martiri, via Ludovici, via della Ruetta, via delle Siepi. Dentro, mille anni di storia, e milioni di storie: uomini e donne che quel piccolo paese in fondo alla valle dell'Aterno avevano costruito e amato. In quella orrenda notte abiamo perso tutto: le vite umane, le case, il nostro borgo''

Comincia così un articolo, datato 14 aprile 2009, del giornalista del quotidiano Il centro Giustino Parisse, che in quella strana e maledetta notte riaschiarata dalla luna ha perso ad Onna due figli, il padre e tanti amici e compaesani. Raccontare per lui, all'indomani del 6 aprile è stato come accendere una luce nel buio, ritrovare, sillaba dopo sillaba, il coraggio per ricordare e la forza per guardare avanti.
I suoi articoli sono diventati ora un libro intitolato ''Come era bella la mia Onna-  cronache dentro il terremoto'', che questa sera sarà presentato nella tendopoli del suo pase, tra la sua gente.
Scrive ancora Giustino Parisse: ''Non sentiro più gli odori, da bambino ad ogni passo c'era una stalla, sotto gli animali sopra gli uomini, nei giorni di festa il profumo del pomodoro fresco per fare il sugo...''. Come a dire: la ricostruzione di un paese di una comunità non potrà ridursi al contenitore, a nuovi edifici e quartieri senza anima abitati dal silenzio e dalla nostalgia.

Filippo Tronca

 

 


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