Questa è una cosa che quasi nessuno sa. È successo in una sola parte del mondo.
C’è stata la fine del mondo.
Senza capire perché, tantomeno come, si sono ritrovati tutti a
volteggiare nel vuoto, una specie di nulla, non so dire neanche per
quanto tempo, forse perché a quel punto pure il tempo non esisteva più.
Eppure il tempo è una dimensione interiore, e quindi come può sparire
qualcosa di interiore, se è custodito gelosamente dentro di sé?
Ma sapete cosa c’era di davvero strano?
Il nulla aveva un colore.
Il nulla era rosso.
Il nulla era un’alba nuova, polvere che rifletteva luce.
Luce rossa.
Nessuno era sicuro che il nulla non potesse avere un colore, però tutti
pensavano ad una immensa oscurità. Insomma, dicevano se colore deve
essere, che sia almeno il nero. Altrimenti perché averne paura? Perché
accendere ai bambini la luce per farli addormentare tranquilli?
Ma visto che stavano lì tutti insieme a svolazzare come tanti aquiloni,
non era quello il problema più grave da affrontare. Innanzitutto è
stato chiaro che per “fine del mondo” s’intendesse proprio “del mondo”.
Gli esseri umani non erano inclusi, solo una piccola parte, ma il resto
era fuori da tutto questo. Forse non facevano parte del mondo, forse
erano qualcos’altro.
Magari erano alieni.
Eppure erano certi di non essere alieni. Gli alieni, dicevano, sono
quelli con la pelle verde, o grigia, o di altri colori, e gli occhi
enormi neri. E comunque tanto per fare i pignoli, gli alieni sono pure
bassi e a forma di pera. O almeno così se l’erano immaginati.
No, decisamente non si sentivano alieni.
Ma d’altra parte in quella situazione tutte le certezze contavano molto
poco. Erano sparite anche quelle come tutto il resto. L’unica verità
era che il mondo non c’era più, ma loro non erano scomparsi con lui.
Ma cosa sarebbe successo dopo?
Avrebbero vissuto sempre in quel limbo di nulla, o sarebbero morti d’inedia, noia, vecchiaia?
Tutti si guardavano spaventati, ma anche curiosi.
Comunque, alieni o non alieni, certezze o incertezze sul futuro, dopo
un po’ il mondo é riapparso. Anzi, più correttamente un altro mondo è
apparso, anche se, osservandolo bene, pareva tale e quale a quello di
prima. Insomma, era chiaro che era un altro mondo, d’altra parte quello
di prima era innegabilmente scomparso. Eppure la somiglianza col
precedente era impressionante.
E allora dove stava la differenza?
Si guardarono tutti negli occhi.
Sorrisero.
E capirono.
I LORO CUORI.
Tutto sarebbe stato migliore. Loro sarebbero stati migliori. Loro
sarebbero stati i migliori. Avevano la grande opportunità. Ricominciare
tutto da capo. Non avrebbero fallito. Ricostruire tutto. Ricostruire un
mondo più giusto, più bello, più buono. Ricostruire un mondo
meraviglioso, un paradiso. Un mondo dove tutti sarebbero stati ricchi e
felici, dove tutti si sarebbero potuti permettere un autista, un
segretario, un cuoco personale. E un personal trainer, un personal
shopper, una personal marvelous life. L’avevano visto scomparire quello
stramaledetto mondo, e s’erano sentiti smarriti, sperando fosse solo
tutto un incubo. Poi avevano sperato e basta, poi avevano
disperatamente cercato di capire almeno in cosa sperare, poi più nulla.
E poi l’avevano visto riapparire.
Comunque qualsiasi mondo fosse, ora era lì, di nuovo sotto i loro piedi
e, perdio, ora tutto sarebbe andato bene. A qualunque costo. In
qualunque modo. L’avrebbero reso il migliore dei mondi possibili, e
nessuno li avrebbe fermati. Nessuno doveva neanche azzardarsi a
fermarli. DOVEVA andare tutto bene. E sapevano esattamente come fare.
Avrebbero fatto tesoro degli errori passati. Stavolta lo sapevano.
Così è iniziato il nostro mondo.
Quello che tutti conosciamo.
Ed ogni riferimento a fatti o persone non è casuale.
dal sito www.collettivo99.org