Esprime amarezza il più giovane dei grandi elettori, il chietino Camillo D'Alessandro capogruppo in regione Abruzzo del Partito Democratico.
Per lui ora, dopo aver bruciato sia Franco Marini che Romano Prodi, due padri fondatori del partito, il primo addirittura dopo averlo anche "trombato" alle elezioni politiche non essendo stato eletto come secondo della lista al Senato del Pd, si deve aprire una fase nuova in cui i dirigenti devono dimettersi e si deve riaprire un congresso immediato.
La cosa più importante è, però, che adesso il PD per D'Alessandro deve chiedere scusa e non esprimere più un nome personale, ma appoggiarne uno di quelli già in campo.
D'Alessandro non specifica se Rodotà (M5S e SEL) o la Cancellieri (PDL e SC), anche qui si dovrà consumare un dramma?
Il messaggio su facebook del consigliere regionale:
Dopo quanto accaduto io non credo che il PD abbia il diritto di esprimere un'altra candidatura. Il partito che ha bruciato prima Marini ( che ho votato) e poi Prodi ( che ho votato) non ha più alcun diritto. Ora il PD faccia l'unica cosa possibile, chieda scusa al Paese. Il partito delle faide, degli ex ,dai veti incrociati fatto da vecchi e da giovani vecchi. La portavoce del segretario che lo smentisce , Orfini che dichiara, l'altro che lo smentisce, Civati che pontifica, ma che gente e' questa. Ho visto cose incredibili , gente che applaude la mattina e tradisce il pomeriggio . Questa classe dirigente non merita la passione ed il dolore di chi li ha mandati ad essere classe dirigente del partito e del paese