Compariranno anche teste eccellenti davanti alla giuria nelle prossime udienze del processo relativo alla vicenda dello Ial-Cisl Abruzzo, l'ente di formazione che faceva capo al sindacato fallito nel 2012 in seguito a presunte attività fraudolente commesse dagli ex amministratori.
A costoro l'accusa contesta infatti di aver perpetrato un presunto maxi-raggiro da circa 30 milioni di euro, e sulla questione si è già pronunciata anche la Corte dei Conti, condannando quattro tra i vecchi amministratori e dipendenti (Marco Michetti, Francesco Gizzi, Bruno Colombini e Claudio Graziani) ad un risarcimento di 32 milioni di euro.
Nel processo tuttora in corso sono ben 19 le persone coinvolte, accusate di associazione per delinquere, truffa, peculato e riciclaggio per presunti corsi di formazione truccati. La Guardia di Finanza ha da tempo ricostruito tutti i movimenti su cui poggiano le accuse, ma al fine di comprendere bene le dinamiche ed i vari ruoli le difese hanno deciso di convocare per deporre il segretario nazionale Cisl Raffaele Bonanni ed altri esponenti di primo piano del sindacato: il segretario della Cisl Abruzzo Gianni Tiburzi, l'amministratore unico dello Ial nazionale Graziano Trerè e l'ex amministratore dello Ial Puglia Flavio Pedaci.
Quanto alla condanna della Corte dei Conti, i quattro imputati impugneranno tramite i propri legali la sentenza alla sezione d'appello della stessa Corte dei Conti e, probabilmente, chiederanno ancora la sospensione del giudizio contabile in attesa che si definisca quello penale.