Rapporto Cresa sul commercio: altro che segnali di ripresa, la crisi è sempre più nera

12 Novembre 2013   15:21  

 Il Cresa ha diffuso oggi i risultati dell'indagine congiunturale sui settori del commercio e della ristorazione relativa al I semestre 2013.

Alla conferenza stampa sono intervenuti i dirigenti regionali di Confcommercio - Giandomenico Di Sante (Presidente) e Celso Cioni (Direttore) - e Confesercenti - Bruno Santori (Presidente) e Enzo Giammarino (Direttore).

I principali indicatori segnalano una lieve attenuazione della fase negativa congiunturale.

Particolarmente negativa e' risultata la performance delle medie e grandi strutture di vendita (-12% la contrazione su base annua); la riduzione delle vendite nella ristorazione e nel commercio al dettaglio si colloca intorno al -6% rispetto al primo semestre 2012.

Sembra subire una battuta d'arresto la fase di aumento dei prezzi di vendita, soprattutto con riferimento agli esercizi di minori dimensioni; al contrario, hanno mostrato un certo incremento i prezzi sostenuti dalle imprese per il proprio approvvigionamento.

In controtendenza appare l'occupazione, con un aumento del 2,3% su base annua, ascrivibile esclusivamente alla dinamica dei pubblici esercizi.

Come accennato all'inizio, il clima di fiducia degli imprenditori per i prossimi sei mesi resta negativo nonostante non manchino segnali di ottimismo che sono da accogliere con cautela ma anche con grande attenzione.

"I dati presentati oggi ci restituiscono la fotografia di una crisi profonda: il primo semestre dell'anno conferma senza possibilita' di equivoco la difficolta' di ripartire dei consumi anche se sembra di trovarsi di fronte ad un attenuarsi della caduta - sottolinea il Presidente del CRESA Lorenzo Santilli.

Il rallentamento nella caduta delle vendite e' un segnale che va sottolineato ma aspettiamo la fine dell'anno per avere un quadro piu' esaustivo sul quale pronunciarci in maniera piu' compiuta.

 "Nonostante gli spiragli di ripresa sembrino gradualmente allontanarsi, in particolare per la nostra regione, la fase di caduta piu' acuta probabilmente si e' esaurita.

La perdita di potere d'acquisto delle famiglie, sulle quali piu' di ogni altro gravano gli effetti della crisi, rischia di peggiorare - evidenzia il Direttore Francesco Prosperococco - a seconda della direzione che assumeranno i provvedimenti di politica economica in discussione in questi giorni".

I rappresentanti di Confcommercio e Confesercenti hanno evidenziato come il vistoso calo delle vendite nella Grande Distribuzione Organizzata fosse, in realta', previsto nella sua gravita' soprattutto in considerazione dei risvolti occupazionali e sociali che esso comporta.

Nel commentare i dati della congiuntura economica nell'attuale fase ciclica negativa, hanno inoltre sottolineato l'importante funzione sociale svolta dal comparto considerata la particolare conformazione orografica del territorio regionale.

In riferimento a cio', e' stata considerato non piu' rinviabile uno sforzo congiunto in direzione della programmazione regionale 2014-2020 sia sugli aspetti che piu' direttamente investono i settori rappresentati sia nella piu' generale impostazione delle politiche di sostegno allo sviluppo che sono in corso di definizione.

L'indagine congiunturale sui settori del commercio e della ristorazione relativa al I semestre 2013 e' stata condotta per il Cresa dalla societa' Questlab su un campione di 606 imprese con almeno 3 addetti.

La contrazione dei consumi ha coinvolto i comparti del commercio al dettaglio con un calo del 6,4% rispetto al primo semestre del 2012 e ancor di piu' i soggetti della grande distribuzione organizzata, le cui vendite hanno mostrato un calo del 12% su base annua.

Sotto il profilo dimensionale la flessione delle vendite negli esercizi piu' piccoli (fino a 9 addetti) e' stata consistente (-9%), non compensata dal pur discreto aumento di quelli piu' grandi (4,2%).

Sembra essersi interrotta la fase di aumento dei prezzi di vendita (-0,4% tendenziale) soprattutto con riferimento agli esercizi di minori dimensioni.

Sono restati sostanzialmente invariati i prezzi praticati dai pubblici esercizi; al contrario, hanno mostrato un certo incremento i prezzi sostenuti dalle imprese per il proprio approvvigionamento, in particolare per gli esercizi che svolgono attivita' di ristorazione.

Sotto il profilo dei costi complessivi, a fronte di una leggera flessione di cui ha beneficiato la grande distribuzione organizzata, per i restanti settori l'aumento e' stato consistente (13,7% e 8,8%, rispettivamente, per la ristorazione ed il commercio al dettaglio).

Sembra apparire in controtendenza l'occupazione, che ha segnato un aumento non trascurabile su base annua (2,3%) ascrivibile esclusivamente alla dinamica dei pubblici esercizi.

Il clima di fiducia degli imprenditori per i prossimi sei mesi resta negativo nonostante non manchino segnali di ottimismo che sono da accogliere con cautela ma anche con grande attenzione.

Per quanto riguarda le vendite, il saldo tra previsioni di aumento e di riduzione e' risultato pari a -40 punti percentuali (era di circa 60 nel semestre precedente).

Meno sfavorevoli le aspettative sui prezzi di vendita e sull'occupazione.

Risulta invece positiva la differenza tra giudizi positivi e negativi con riferimento agli ordini rivolti ai fornitori che sembrerebbe rivelare previsioni di maggiori vendite future. 

 


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