Regione, il caso della legge gonfia-stipendi finisce su "La Stampa"

31 Maggio 2011   11:12  

Il caso degli stipendi lievitati per i 1.300 dipendenti della Regione Abruzzo finisce su La Stampa. Il quotidiano torinese nell'edizione di ieri ha dedicato un'intera pagina alla vicenda della Ria, retribuzione individuale di anziantià. "Riesumata - scrive il cronista Giuseppe Salvaggiulo - e trasformata nel grimaldello per gonfiare le buste paga".

Di che si tratta. Un tempo ai dipendenti pubblici veniva corrisposta una indennità di anzianità, la cui somma a causa delle decine di contratti diversi finiva per essere differenziata. Nell'ultimo decennio la Ria è stata accantonata e sostituita, nei nuovi contratti, con altre voci che contengono indennità forfettarie, anche se i dipendenti che l'avevano maturata la conservano.

"Il Consiglio regionale abruzzese - riporta La Stampa - qualche anno fa è stato contagiato da un'irrefrenabile pulsione egualitarista. E si è posto il problema: è giusto che i nostri dipendenti abbiano retribuzioni di anzianità diverse? La questione era stata sollevata da settanta dirigenti assunti con un mega concorso. Arrivando da amministrazioni diverse si portavano dietro indennità eterogenee. Qualcuno cominciò a lamentarsi: perchè se siamo assunti insieme, dobbiamo guadagnare cifre inferiori?".

Quella dei dirigenti, si sà, è una lobby forte e trasversale e che, il più delle volte, sopravvive a ogni stagione politica.

Così, riuscì a ottenere dal Consiglio regionale il varo di una norma di perequazione che, come è facile intuire, livellò le retribuzioni al rialzo. "Avvocati e sindacalisti si dedicarono a scartabellare vecchie buste paga a caccia della più pingue, fino a trovare un vecchio e generoso contratto dei segretari comunali" spiega Salvaggiulo.

E naturalmente, il vantaggioso contratto fu applicato a tutti. Ma non solo, furono anche riconosciuti gli arretrati. E una nuova leggina, poi, per non far torto a nessuno, applicò lo stesso principio anche a tutti i dipendenti.

Una scelta costata 18 milioni di euro che rischia di mandare in dissesto finanziario le casse regionali. Anche perchè ha innescato un vero e proprio circolo vizioso in base al quale "il meccanismo diabolico - come lo chiama Salvaggiulo - della rivalutazione può proseguire all'infinito. Per dire: se domani assumono un nuovo dipendente con un'indennità più alta, tutti gli altri milletrecento possono ottenere un nuovo aumento".

Sic!


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