Regole rigide e più qualità per le nuove attività commerciali nel centro storico di Pescara

30 Agosto 2013   17:46  
“Menù in almeno due lingue straniere, disponibilità di un parcheggio vicino, e spazi attrezzati per diversamente abili: sono questi i requisiti di qualità base che, d’ora in avanti, saranno necessari per poter aprire un pubblico esercizio non solo al centro storico, ma anche nel centro cittadino, ovvero nelle vie sottoposte a regime di isola pedonale o zona a traffico limitato, considerate ‘aree di pregio’ della città.

Lo ha deciso il Consiglio comunale che oggi ha approvato con 25 voti a favore, 5 astenuti e un solo voto contrario, la delibera con le modifiche al Regolamento comunale, redatto nel febbraio 2010.

L’obiettivo non è certo quello di porre ostacoli a chi vuole fare impresa, ma piuttosto quello di garantire l’apertura esclusivamente di attività di qualità in quelle strade che comunque rappresentano il nostro biglietto da visita e sulle quali, peraltro, l’amministrazione ha effettuato investimenti importanti”.

Lo hanno detto l’assessore al Commercio Gianni Santilli ufficializzando l’esito della seduta odierna del Consiglio comunale.

“La delibera nasce dalla legge nazionale sulla liberalizzazione dei pubblici esercizi – ha ricordato l’assessore Santilli – che di fatto nel 2010 ha introdotto il regime della Scia, ossia per aprire un bar, un ristorante o una pizzeria, non è più necessario acquistare una licenza o presentare mille richieste di autorizzazione, ma basta fare una comunicazione al Comune, presso lo Sportello unico per le attività produttive, che entro 60 giorni deve rilasciare la licenza.

Tuttavia sin dal primo momento ci siamo posti dinanzi a un problema, ovvero la liberalizzazione non poteva tradursi in un far west del mercato, con l’apertura indiscriminata di centinaia di locali che, da un lato avrebbero inevitabilmente danneggiato gli esercizi storici, quelli che hanno costruito il tessuto economico della città e, dall’altro, avrebbero avuto comunque forti difficoltà a sopravvivere.

Per scongiurare la giungla dei permessi è stato redatto un regolamento ad hoc con il quale abbiamo fissato una ‘soglia di ingresso’, ossia abbiamo fissato dei paletti, dei requisiti indispensabili che l’attività avrebbe comunque dovuto avere per poter operare, individuando delle aree in cui rendere particolarmente stringenti tali requisiti di qualità.

Nel frattempo la normativa nazionale è stata ulteriormente specificata, chiarendo che comunque la disciplina della Scia era valida sull’intero territorio cittadino ‘esulando solo dalle zone che l’amministrazione comunale può sottoporre a tutela per criteri ben chiari, come ragioni di ordine pubblico e sicurezza’.

In altre parole la legge garantisce all’amministrazione comunale la possibilità di mantenere l’attuale regime ‘autorizzatorio’ al posto della Scia per l’apertura di nuovi esercizi pubblici, ma con l’obbligo di circoscrivere delle zone ben precise in cui applicare l’obbligo dell’autorizzazione, e quindi quelle regole restrittive che abbiamo imposto.

Inizialmente abbiamo deciso di concentrare tali requisiti di qualità all’apertura di nuove iniziative imprenditoriali al centro storico dove già oggi esiste una concentrazione elevatissima di locali e attività.

Tuttavia le stesse Organizzazioni di categoria ci hanno sollecitato di estendere quei requisiti base di qualità anche alle vie del centro urbano, sottoposte a un regime di limitazione della viabilità, dunque isole pedonali o Zone a traffico limitato e, dopo un’accurata valutazione della situazione, abbiamo deciso di accogliere tale richiesta che mira non certo a limitare la libera iniziativa imprenditoriale o nuove aperture.

Anche in quelle zone i locali potranno continuare ad aprire, tuttavia dovranno chiedere una regolare autorizzazione, anziché limitarsi alla comunicazione della Scia, e soprattutto dovranno dimostrare di essersi adeguati e aver adottato i criteri di qualità previsti dal Comune, ovvero

la dotazione di telecamere e impianti di videosorveglianza all’esterno e all’interno dei locali,

il possesso di tutte le attrezzature necessarie per effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti,

la disponibilità di un parcheggio personale o la prossimità di un’area di sosta;

la presenza di personale di accoglienza alla clientela e di addetti al controllo fuori dalle attività, ossia lo steward;

la cura del decoro e dell’immagine esterna della struttura, la dichiarazione di impegno ad aderire a programmi specifici per l’uso del trasporto pubblico o taxi;

l’uso di attrezzature a risparmio energetico o utilizzo di sistemi ecocompatibili, come pannelli solari, impianti fotovoltaici o impianti a pavimento;

dotazione di servizi igienici superiori alla norma;

disponibilità di spazi destinati all’intrattenimento dei bambini e del rilevatore alcolometrico gratis per i clienti;

la presenza di menù in almeno due lingue straniere e con almeno due vini doc regionali; la presenza di un’area wireless free;

l’esistenza di un sito internet del locale; la conoscenza di almeno una lingua straniera da parte del richiedente;

l’adesione alle iniziative e ai circuiti regionali, provinciali e comunali di promozione dei prodotti tipici locali a fini turistici.

Oltre alle vie del centro storico, ossia tutta l’area compresa tra via delle Caserme, piazza Unione, viale Marconi, via Conte di Ruvo, via Arnaldo da Brescia e piazza Vittoria Colonna, “ora il provvedimento riguarderà anche le Zone a traffico limitato o isole pedonali – ha elencato l’assessore Santilli – ossia via De Cesaris, via Carlo Poerio, via Goito, via Curtatone, via Mazzini, via Piave, corso Umberto, piazza Sacro Cuore, via Fiume, via Cairoli, piazza della Rinascita, via Trento, via Roma, via Sulmona, via Liguria, via Umbria, via Siena e infine via Firenze, nel tratto compreso tra via Genova e corso Umberto, e via Cesare Battisti, tra corso Umberto e via Quarto dei Mille.

Ribadiamo: il provvedimento non andrà a comprimere la libertà di alcun imprenditore, ma l’amministrazione avrà la garanzia di aver autorizzato l’apertura di attività di elevato livello qualitativo, che potranno solo dare lustro al territorio”.

Il Consiglio ha quindi approvato un emendamento con il quale è stata ‘modificata la divisione del territorio comunale di Pescara in quattro aree’ anziché 3 come previsto nella prima versione del Regolamento, ossia ‘zona 1 – centro urbano; zona 1a – centro urbano, costituito dalle vie e porzioni di vie attualmente sottoposte a regime di pedonalizzazione e Ztl, a tutt’oggi individuate da provvedimenti comunali, nonché dalle porzioni viarie poste nelle immediate vicinanze, secondo le indicazioni dell’allegata planimetria; zona 2 – area di interesse storico; zona 3 – tutte le altre zone’. Infine il voto sulla delibera approvata con 25 voti a favore, 5 astenuti e un solo contrario.

 


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