Rendiamo pubbliche le valutazioni dei dirigenti regionali

Un consiglio a Chiodi per la meritocrazia

13 Gennaio 2009   18:35  

Il  presidente Gianni Chiodi, fresco di insediamento, in questi giorni ha fatto il primo approccio con la macchina amministrativa della  Regione,  visitando i vari uffici e settori, accolto festosamente da dirigenti e dipendenti.
Chiodi in campagna elettorale ha fatto della meritocrazia e dell’efficienza della cosa pubblica un cavallo di battaglia. Nella sua prima conferenza stampa a Palazzo Centi ha affermato “è finito il tempo delle cicale,  quello di burocrati e anche di uomini politici che ballano sul ponte del Titanic,  convinti che tanto nulla cambierà, che tutto sarà concesso di fare come se nulla fosse”.


Chiodi però deve  ritenersi un presidente molto fortunato, perché in base all’occhiuta disamina del Nucleo di Valutazione, l’annunciata rivoluzione meritocratica,  per quanto riguarda la macchina amministrativa regionale è forse addirittura inutile, essa infatti, a tutti i livelli, è già eccellente ed efficiente come un team della Ferrari,  per citare la metafora del ministro Brunetta, usata a Roccaraso qualche giorno fa.

Lo dimostra il fatto che anche quest’anno la quasi totalità dei dirigenti così come il resto del personale sottostante, hanno ottenuto il massimo dei voti  e di conseguenza il massimo del premio di produzione previsto.

Questo meccanismo di valutazione con le relative somme contrattuali, fu introdotto una decina di anni fa proprio per creare all’interno degli enti locali una misurazione delle “prestazioni”, e quindi, un’incentivazione  a mlgliorare le prestazioni, a tutto vantaggio delle casse dello stato e della qualità dei servizi erogati ai veri datori di lavoro dei dipendenti pubblici, che sono i cittadini.

Si decise cioè che una parte dello stipendio dei dirigenti degli enti locali, fosse legato a efficienza e ai risultati e si istituì  un Nucleo di valutazione ( Niv) che doveva appunto dare un voto a ciascun dirigente in base ai risultati ottenuti, confrontati con gli obiettivi fissati all'inizio dell'anno in una relazione programmatica.

In Abruzzo il Nucleo di Valutazione del Consiglio Regionale è composto l’avvocato Maria Rita Arabella Tenaglia, presidente, dall’ avvocato Pietro Aquilani  e dal commercialista Pierpaolo Pace.
Il Nucleo di Valutazione della Giunta regionale è composto invece dal presidente Paola Sabella, da Venanzio Paciocco e da Franco Madama, ex dirigente regionale.

La valutazione va  da “scarso” ad “ottimo” e in base  al voto si stabiliscono i premi di produzione, ovvero la parte variabile dello stipendio del dirigente.

Quest’anno sui 120 dirigenti regionali abruzzesi è stata tributata a 116 la valutazione di “ottimo” e a 4 di “buono”. Il premio  annuale  oscilla  dai 5 mila euro ai 15 mila netti, a seconda della posizione (collocazione e complessità della Struttura diretta) del dirigente.  Una “ricca quattordicesima” che molti invidiano in questi tempi di crisi, superiore di gran lunga allo stipendio annuale di un lavoratore precario.

I dirigenti ottengono tranne rarissimi casi il massimo dei voti, o meglio con una differenziazione che può andare da 80 a 100 e che non comporta tagli sul premio stesso. Questo meccanismo si ripete ogni anno e se qualche dirigente non ottiene il massimo, quasi sempre fa ricorso in primis allo stesso NIV e poi al Tar o al giudice del lavoro. Per l’attività svolta nel 2007 infatti pare che l’erogazione dei premi sia bloccata per via di un ricorso presentato da cinque funzionari che contestano i giudizi del nucleo di valutazione. Recenti vicende giudiziarie come come Sanitopoli e lo scandalo Fira, oppure  l'esplosione del debito sanitario, non hanno minimamente influito nelle valutazioni.

Qualche sospetto viene, insomma. In Italia, si sa, impera il sacro detto: "Fatta la legge, trovato l'inganno"

Per valutare l’efficacia di questo meccanismo premiale bisognerebbe poter acquisire tutta la documentazione e poter visionare la valutazione di ciascun dirigente e poi confrontarla con gli obiettivi realmente ottenuti e tra loro.

Ma è vano pensare di poterci solo provare, perché le valutazioni non vengono rese pubbliche e non sono accessibili neanche agli stessi dirigenti e ai sindacati. Sono coperte infatti da un non precisato diritto alla privacy. E rimangono chiuse nei cassetti del Niv e del Servizio competente.

La mancanza di trasparenza ci da almeno il diritto di nutrire qualche perplessità, anche perché a occhio e croce non è che le cose nella nostra Regione vadano così a meraviglia. Questa eccellenza della macchina amministrativa i cittadini non la percepiscono.

I dirigenti, dopo la legge 241/90, hanno nel funzionamento della cosa pubblica una responsabilità altissima, per certi  aspetti superiore a quella dei consiglieri, degli assessori, dello stesso presidente di Giunta.
Ad esempio, questi ultimi non possono dire a chi dare un finanziamento, né scegliere ditte e professionisti per eventuali incarichi. Possono fissare solo gli obiettivi, stabilire che un certo settore sarà finanziato per raggiungere un determinato obiettivo. I finanziamenti a pioggia, gli elenchi della spesa e  le liste di beneficiari che i consiglieri portano in consiglio regionale oppure cercano di infilare di straforo mediante emendamenti indecifrabili ed anonimi, per essere pignoli, sarebbero in contrasto con le leggi e addirittura perseguibili per abuso, voto di scambio e danno all’erario...

Spetta infatti ai dirigenti decidere chi fa una determinata cosa, con quanti soldi e con quale forma contrattuale. Gli appalti e gli incarichi insomma li decidono loro. E possono dire no ad un consigliere se un determinato provvedimento non ha copertura finanziaria o presenta contrasti con norme contrattuali e finanziarie.
Sono infatti i dirigenti ad essere penalmente responsabili: in calce  ogni determina o delibera c'è  scritto che il dirigente certifica, con la sua firma,la legittimità, la praticabilità, e la copertura finanziaria dell'atto.

Stando però alle valutazioni dei Niv che si sono succeduti in questi anni, in Abruzzo i soldi dei contribuenti sono stati spesi in maniera saggia ed efficace, e la macchina amministrativa abruzzese è all’avanguardia, da fare invidia a quella dei tanto celebrati paesi del Nord Europa. Va detto per completezza che nelle altre Regioni d’Italia, il paese con il terzo debito pubblico più alto del mondo, la situazione è analoga.

Concludendo:

CHIEDIAMO AL PRESIDENTE GIANNI CHIODI DI ADOPERARSI AL FINE DI FAR PUBBLICARE SUL BURA L'ELENCO CON LE RELATIVE VALUTAZIONI O ALMENO CONSENTIRE AI CITTADINI CONTRIBUENTI CHE NE FANNO RICHIESTA  DI POTER PRENDERNE VISIONE .


Sono in molti a pensare infatti che tenere tali valutazioni secretate,  sia perlomeno inopportuno,  perchè dovrebbe essere nell’interesse dello stesso dirigente fare una bella figura davanti ai cittadini, dimostrando in modo inoppugnabile che  il premio di produzione di cui ha beneficiato, è stra-meritato fino all’ultimo centesimo.




FT

 


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