Ricercatori universitari, stato di agitazione alla D'Annunzio

16 Aprile 2010   13:02  

I ricercatori universitari dell’Ateneo “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, si sono riuniti in assemblea il 15 aprile 2010 alle ore 12.00 a Chieti, per confrontarsi sul Disegno di Legge del Governo “Norme in materia di organizzazione delle Università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario” (AS 1905/2009, DdL Gelmini).
L’assemblea considera il DdL del tutto inadeguato all’obiettivo del miglioramento della qualità della ricerca e della formazione universitaria del nostro Paese e discriminatorio nei confronti della categoria dei ricercatori universitari.
L’assemblea ha deciso quindi di aderire allo stato di agitazione nazionale dei Ricercatori Universitari e alla mobilitazione nazionale indetta da numerose associazioni ed organizzazioni universitarie per la settimana 17-22 maggio 2010 ed ha invitato i colleghi ricercatori di tutte le Facoltà dell'Università di Chieti-Pescara a presentare ai rispettivi Consigli di Facoltà istanza formale di non accettazione, per l'anno accademico 2010/11, di compiti didattici diversi da quelli cui sono tenuti in base alla normativa vigente, attenendosi strettamente a quanto contenuto e previsto dall’art. 32 del DPR 382/1980, e successive modifiche, nonché di indisponibilità ad essere inclusi tra i docenti necessari per l’attivazione dei Corsi di Studio dall’a.a. 2010-2011.
L’assemblea, inoltre, ha invitato gli organi accademici a sostenere le legittime istanze dei ricercatori nelle sedi istituzionali di competenza e i Consigli di Facoltà ad esprimere solidarietà e appoggio.
L'assemblea fa sapere che è disposta a riconsiderare le proprie posizioni solo alla luce di sostanziali modifiche legislative apportate dagli organi parlamentari al DdL Gelmini che garantiscano:
- un ruolo centrale e strategico della Formazione e della Ricerca universitaria nella società;
- una inversione della tendenza al taglio dei finanziamenti;
- un governo di Ateneo espressione di tutte le componenti e garante della natura pubblica dell'istruzione e
della ricerca;
- prospettive di carriera realistiche per tutti i ricercatori universitari;
- l'equiparazione delle condizioni di pre-pensionamento tra ricercatori universitari e professori.


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