Riciclaggio: bufera sullo Ior, 3 mln diretti a Banca del Fucino

Indagato il presidente Ettore Gotti Tedeschi

21 Settembre 2010   15:30  

Il presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi (nella foto), e un altro importante dirigente dell'Istituto per le Opere di Religione sono indagati dalla Procura di Roma per violazione del decreto legislativo 231 del 2007, la normativa di attuazione della direttiva Ue sulla prevenzione del riciclaggio. La Santa Sede ha espresso "perplessità" sugli atti della Procura e ha confermato piena fiducia al presidente della banca.

L'iscrizione di Gotti Tedeschi e dell'altro dirigente nel registro degli indagati è legata al sequestro preventivo, firmato dal gip Maria Teresa Covatta su richiesta del procuratore aggiunto Nello Rossi e del pm Stefano Rocco Fava ed eseguito ieri, di 23 milioni di euro (su 28 complessivi) che si trovavano su un conto corrente aperto presso la sede romana del Credito Artigiano spa. Nel mirino dell'autorità giudiziaria, due operazioni che prevedevano il trasferimento di 20 milioni alla JP Morgan Frankfurt e di altri tre alla Banca del Fucino.

L'operazione sospetta. L'inchiesta della Procura prende il via dalla segnalazione di una operazione sospetta da parte dell'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia, con sospensione della stessa operazione per cinque giorni lavorativi. Ciò ha consentito al nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza e alla Procura romana di attivarsi. Le nuove indicazioni fornite dalla Banca d'Italia in materia di antiriciclaggio, l'ultima risalente allo scorso 9 settembre, impongono agli istituti di credito che intrattengono rapporti con lo Ior le medesime regole in vigore per i rapporti con le banche extracomunitarie, con verifiche e controlli rafforzati. Di qui la segnalazione alla procura capitolina.

Il sequestro, si precisa, non è stato disposto perché c'è una prova di riciclaggio ma perché, secondo gli inquirenti, è già stato commesso, da parte dei vertici dello Ior, il reato omissivo della norma antiriciclaggio. L'articolo 55 del decreto 231 del 2007 punisce con la reclusione da sei mesi a un anno e con la multa da 500 a 5000 euro "l'esecutore dell'operazione che omette di indicare le generalità del soggetto per conto del quale eventualmente esegue l'operazione o le indica false". E ancora, lo stesso articolo prevede l'arresto da sei mesi a tre anni con l'ammenda da 5000 a 50mila euro "dell'esecutore dell'operazione che non fornisce informazioni sullo scopo e sulla natura prevista dal rapporto continuativo o dalla prestazione professionale o le fornisce false".

Il Vaticano: "Perplessità e meraviglia". Immediata e netta la reazione della segreteria di Stato che - attraverso una nota - ribadisce "massima fiducia nel presidente e nel direttore generale dello Ior". "È nota la chiara volontà, più volte manifestata da parte delle autorità della Santa Sede - si legge - di piena trasparenza per quanto riguarda le operazioni finanziarie dell'istituto per le opere di religione (Ior). Ciò richiede che siano messe in atto tutte le procedure finalizzate a prevenire terrorismo e riciclaggio di capitali. Per questo - prosegue la nota vaticana - le autorità dello Ior da tempo si stanno adoperando nei necessari contatti e incontri, sia con la banca d'Italia sia con gli organismi internazionali competenti - Ocse e Gafi, gruppo di azione finanziaria internazionale contro il riciclaggio di capitali - per l'inserimento della Santa Sede nella cosiddetta white list". "La Santa Sede - sottolinea la nota - manifesta perciò perplessità e meraviglia per l'iniziativa della procura di Roma, tenendo conto che i dati informativi necessari sono già disponibili presso l'ufficio competente della banca d'Italia, e operazioni analoghe hanno luogo correntemente con altri istituti di credito italiani. Quanto poi agli importi citati si fa presente che si tratta di operazioni di giroconto per tesoreria presso istituti di credito non italiani il cui destinatario è il medesimo Ior. La Santa Sede - conclude - tiene perciò a esprimere la massima fiducia nel presidente e nel direttore generale dello Ior".

I precedenti. L'indagine della Procura di Roma non è la prima a coinvolgere la banca vaticana da quando, nel 2003, la Cassazione ha attribuito alla giurisdizione italiana competenza sullo Ior. Da quasi due anni sono in corso accertamenti su una decina di istituti di credito italiani in rapporti con lo Ior, per presunte irregolarità in materia di norme antiriciclaggio. Le indagini, anch'esse affidate al procuratore aggiunto Nello Rossi e al pm Stefano Rocco Fava, riguardano, in particolare, movimentazioni di denaro sospette per decine di milioni di euro su un conto corrente dello Ior aperto nella filiale Roma 204 della ex Banca di Roma (successivamente integrata in Unicredit) di via della Conciliazione. Solo tra il 2006 e il 2008 sul conto in questione sarebbero transitati almeno 180 milioni di euro.

da repubblica.it


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