Ricostruzione Case popolari, Rapagnà alla Regione: basta ferie

Sedici mesi dopo: il muro di gomma della politica

17 Agosto 2010   10:04  

"Il Consiglio regionale, nell'ultima seduta utile prima delle vacanze stive non ha affrontato il problema dell'avvio della ricostruzione leggera e pesante della Edilizia Residenziale Pubblica, ma nemmeno quello di grande urgenza della sua messa in sicurezza antisismica, lasciando inascoltato l'ennesimo appello del Mia Casa".
E' quanto torna a ribadire Pio Rapagnà, coordinatore del Mia Casa, a ormai sedici mesi dal sisma.

"Il Consiglio regionale non doveva andare in vacanza - sostiene Rapagnà - senza avere prima approvato una legge ad hoc per avviare e realizzare effettivamente la riparazione e ricostruzione della Edilizia Residenziale Pubblica danneggiata e distrutta dal terremoto di 16 mesi fa, consentendo così ai soggetti attuatori la utilizzazione delle risorse finanziarie messe a disposizione con la Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3803 del 15 agosto 2009, pari a 150 milioni di euro, suddivisi tra ATER, Provveditorato alle Opere Pubbliche e Comune dell'Aquila, e tale Ordinanza è stata emessa esattamente un anno fa!

Per questo il Mia Casa - continua Rapagnà - ha chiesto l'intervento del Difensore Civico Regionale a tutela dei Cittadini e dei loro beni materiali e immateriali, ma allo stato degli atti, nessuna iniziativa in merito è stata assunta dal Difensore Civico, nel mentre si attende una verifica da parte della Magistratura ordinaria e della Corte dei Conti per eventuali omissioni e danni all'erario causati dall'abbandono al degrado di alloggi pubblici e beni mobili di privati.

Il 15 agosto dell'anno scorso - ricorda Rapagnà - è stata firmata una Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri con la quale si stabiliva che 'per consentire, in termini di somma urgenza, la realizzazione dei necessari interventi di ricostruzione o di riparazione degli immobili di proprietà dell'Azienda Territoriale Edilizia Residenziale pubblica Regionale (ATER)', il Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, in qualità di Commissario delegato, poteva avvalersi, in qualità di soggetto attuatore, della medesima Azienda Regionale.

Ma già l'art. 4 del Decreto-Legge 28 aprile 2009, n. 39, trattando della ricostruzione e della funzionalità degli edifici e dei servizi pubblici, demandava alle ordinanze di protezione civile il compito di individuare 'le modalità di predisposizione e di attuazione di un PIANO DI INTERVENTI URGENTI PER IL RIPRISTINO DEGLI IMMOBILI PUBBLICI danneggiati dagli eventi sismici, attuazione che doveva essere effettuata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, d'intesa con le amministrazioni interessate e con la regione Abruzzo, sentiti i sindaci dei comuni interessati'.

Perchè tutto ciò non è avvenuto, ma anzi, da parte di qualcuno, si è proceduto a modificare e integrare le stesse Ordinanze precedentemente emesse affinchè quanto in esse stabilito nei fatti non si verificasse?" Si domanda il Mia Casa.
"Di ciò, e delle gravi responsabilità assuntisi, dovranno parlare e dire gli interessati, sia nei rispettivi Consigli regionali, provinciali e comunali e sia, per rispetto allo spirito ed agli effetti della Perdonanza, nel corso delle funzioni civili e religiose in essa previste e alle quali intendessero partecipare, insieme agli altri normali cittadini e rappresentanze isituzionali.

Invitiamo il Consiglio regionale a rientrare dalle vacanze e convocarsi in seduta straordinaria prima dello svolgimento delle celebrazioni della Perdonanza Celestiniana per approvare la Legge di indirizzo per la riparazione e ricostruzione delle case di quei cittadini aquilani che, con il terremoto, hanno perso tutto e che, per questo, sono ancora sfollati e lontani dall'Aquila: altrimenti che significato avrebbe la stessa Perdonanza?

Aspetteremo - conclude Rapagnà - fiduciosi e pazienti i Consiglieri regionali a L'Aquila, davanti al Palazzo dell'Emiciclo, a cento passi dalla Basilica di Santa Maria di Collemaggio e dalla Porta Santa".


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