Ricostruzione, Cialente: "Ritardi colpa della filiera". Chiodi: "Non sai applicare le norme"

Infinito botta e risposta Comune-commissario

15 Maggio 2012   18:44  

Infinito botta e risposta tra il Comune dell'Aquila e il commissario alla ricostruzione Gianni Chiodi sui ritardi dell'avvio della ricostruzione nel centro storico. Il copione è sempre lo stesso: il sindaco Massimo Cialente e l'assessore Pietro Di Stefano accusano la filiera, il sistema delle ordinanze, la complessità delle procedure, il presidente della Regione imputa l'empasse al Comune che ha impiegato tre anni per redigere il Piano di ricostruzione.

Il dibattito delle ultime ore, che sembra inasprito per l'avvicinarsi del ballottaggio, è partito dopo che Cialente su Facebook ha pubblicato una nota della Soprintendenza (LEGGILA) indirizzata alla presidente del Consorzio di Piazza della Prefettura Roberta Gargano, per dimostrare come la causa dell'empasse nel centro storico sia da rintracciare altrove dal Comune.

CIALENTE: DOCUMENTO SOPRINTENDENZA SVELA RESPONSABILITA'

"Questa nota, che con l'Assessore Pietro Di Stefano abbiamo deciso di rendere pubblica e diffondere, spiega la situazione di stallo nella quale ci troviamo per la ricostruzione del centro storico" scrive Cialente, che spiega: "Sino ad oggi siamo riusciti a far partire alcuni edifici su un accordo tra Comune e Soprintendenza. In questo modo riuscivamo a dare il via, scavalcando le sabbie mobili, mortali, della filiera".

"Oggi cosa accade? - continua il sindaco - Che con la 3917, la soprintendenza, per la valutazione economica del progetto, deve passare per Cineas. Cineas è in gravissimo ritardo, e comunque ha già dichiarato, con l'intesa con Chiodi, che non affronterà l'esame dei progetti del centro storico, e comunque andrà via alla fine del 2012.

Come se ne esce? La Soprintendenza, dal mese di gennaio sta scrivendo al commissario Chiodi, che però come sempre fa orecchio da mercante - aggiunge Cialente -. Pertanto si è bloccato tutto.

Adesso, passate le elezioni, e sperando che vadano via Chiodi e Stm, cercheremo di intervenire con il Ministro Fabrizio Barca, ma questa vicenda mostra come la struttura Commissariale e la Struttura Tecnica di Missione siano assolutamente inadeguate per risolvere qualsiasi problema.

I proprietari dell'aggregato in oggetto spero abbiano capito dove è il problema, pertanto - conclude Cialente - invito soprattutto la Dott.ssa Gargano a non affermare più che la responsabilità del ritardo è del Comune dell'Aquila, ma come sempre dell'inettitudine del Commissario!".

Spiega poi l'assessore Di Stefano: "L'aggregato, a cui la nota si riferisce, è costituito da parti vincolate e parti non vincolate. Le vincolate sono state presentate alla Soprintendenza mentre quelle non vincolate alla filiera come da circolare del Commissario. La Soprintendenza, per le parti di sua competenza, ha chiesto di potersi avvalere di Cineas e Reluis ma non ha avuto risposte in merito. Per le parti non vincolate il Comune ha provveduto al ritiro delle pratiche presso la filiera e ne ha avviato l'esame in proprio. Purtroppo siamo difronte ad una strada senza uscita poiché non possiamo sostituirci all'esame delle parti vincolate perché le OPCM 3881 e 3917 assegnano tale compito alla Soprintendenze e quest'ultima, che ringraziamo per la notevole disponibilità, impegno e dedizione, non è supportata dai consorzi Reluis e Cineas per l'immobilismo del Commissario che ha stipulato le convenzioni con i citati consorzi. Questo fatto, ma ne potremmo citare diversi, fa cadere il velo sulla strumentalità sinora usata attribuendo al piano di ricostruzione la stasi nel centro storico. Invero sono queste norme capziose che paralizzano tutto e tali norme hanno un nome ed un cognome".

REPLICA DI CHIODI: CIALENTE INCAPACE DI APPLICARE LE NORME

“Cialente è nella confusione più totale e conferma ancora una volta la sua chiara incapacità di applicare e osservare le norme della ricostruzione. Dopo aver colpevolmente accumulato ritardi sul piano, adottandone alla fine uno ‘in fotocopia sbiadita in bianco e nero’, non riesce a capire come avviare i cantieri del centro in procedura accelerata come previsto dalla OPCM 3996/2012”. È la dichiarazione del Commissario Delegato per la Ricostruzione, Gianni Chiodi, dopo l'articolo di Abruzzo24ore.tv che riportava la notizia della pubblicazione su Facebook, da parte del sindaco, di una lettera (LEGGILA) del Soprintendente per l’Abruzzo che evidenzia l’impossibilità di rilasciare valutazioni sulla congruità economia e tecnica rispetto ad un progetto privato per il centro storico dell’Aquila, mancando il parere della filiera.

“Cialente dovrebbe sapere – continua Chiodi – che il problema evidenziato dal Soprintendente è stato superato con l’art. 4 dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3996/2012 firmata ormai da quattro mesi a questa parte. I progetti privati per i centri storici che hanno adottato i piani possono essere presentati entro 180 giorni dalla pubblicazione dell’atto di adozione del piano all’albo pretorio. I comuni, e non la filiera, valutano la compatibilità con i piani e, con i propri mezzi umani e strumentali, ne valutano i presupposti, anche economici e tecnici, per l’ammissione a contributo.

Da ciò deriva che i riferiti 1.500 progetti giacenti nei cassetti del comune dell’Aquila possono essere valutati ed eventualmente approvati dal Comune, seguendo la procedura di cui al citato articolo 4. È il Sindaco, dal 17 gennaio scorso e dopo l’adozione del piano di ricostruzione della città dell’aquila, che deve fare la valutazione economica e tecnica che il Soprintendente Maggi lamentava mancare da parte della filiera.

È Cialente che non sa proprio di cosa parla, cercando di celare con polemiche fumose le omissioni e i ritardi gravissimi che stanno obbligando gli aquilani del centro storico ad attendere inutilmente mesi. A riprova di quello che dico mi piacerebbe sapere come ha fatto Cialente a rilasciare contributi per altri immobili privati del centro storico? Invece di tentare la solita via della polemica sapientemente esplosa con tempismo sospetto, perché il Sindaco e i suoi collaboratori, dopo aver avuto percezione del problema non hanno convocato Soprintendenza e Filiera, mettendo nero su bianco che in base alla nuova normativa la valutazione avrebbe potuto farla il Comune in modo celere e, conseguentemente, avviare molti cantieri in centro storico?”.

Conclude il Commissario: “io insito, invece, affinché i cittadini che ritengano di poterlo fare presentino i loro progetti nei termini previsti dalla OPCM 3996 e invito il Sindaco dell’Aquila a rilasciare i contributi relativi, all’esito positivo della procedura prevista e di una attenta comparazione tra il piano adottato e il progetto presentato, con la massima celerità possibile. Sulla compatibilità delle risorse necessarie con quelle stimate nel piano di ricostruzione, riferisco però tutta la mia preoccupazione, considerando che la stessa deve essere valutata da un sindaco ormai in preda a deliri elettorali e consigli macroscopicamente errati”.

CONTROREPLICA DI DI STEFANO: L'INERZIA DI CHIODI NON HA AIUTATO A SEMPLIFICARE LE NORME

"Il commissario Chiodi, dopo aver tentato di bloccare, in ogni modo, qualsiasi intervento di ricostruzione nel centro storico, cerca di risalire la china cambiando completamente opinione rispetto a quanto dichiarato finora". Lo dice l'assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano.

"Evidentemente la pubblicazione, da parte del sindaco Cialente, sul social networkFacebook, di una nota della Soprintendenza (LEGGILA), riferita al consorzio di piazza della Prefettura, che lo sbugiardava e metteva a nudo tutte le sue inadempienze, deve avergli fatto perdere la lucidità e la memoria dei processi stabiliti nelle varie ordinanze che, continuiamo a dire, sono confusi e contraddittori.

Il suo intervenire - aggiunge Di Stefano - è anche goffo e frastornato, come gli accade spesso ultimamente, proprio di chi si rifiuta di guardare la realtà dei fatti. L’Opcm 3917 del 2010 (articolo 5, comma 6), infatti, stabilisce che la congruità tecnico economica dei progetti per gli edifici vincolati venga effettuata dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici, anche avvalendosi di Cineas e Reluis. Il Soprintendente, per il consorzio di piazza della Prefettura, ha chiesto più volte ai succitati consorzi universitari e al commissario Chiodi il supporto nella valutazione dei progetti. Cosa mai avvenuta.

L’Opcm 3996 del gennaio 2012, che Chiodi cita nel suo intervento di oggi, non rimuove la disposizione in base alla quale, per gli edifici vincolati, debba pronunciarsi la Soprintendenza, come stabilito nella precedente Opcm 3917.

Annuncio pertanto che ci faremo promotori della modifica di quest’ultima ordinanza (3917), avendo registrato l’inerzia del Commissario a rendere le norme più chiare e più snelle.

Le mille e 500 pratiche di cui parla Chiodi - prosegue Di Stefano - sono ferme alla filiera e pertanto il Comune dell’Aquila, sin da oggi, in attesa della modifica delle ordinanze, ha deciso, per gli edifici non vincolati, di non avvalersi dei consorzi Cineas, Reluis, Fintecna, e di fare per proprio conto, anche attraverso la convocazione di specifiche conferenze di servizi. Questo è noto al Commissario poiché, fin dal settembre 2011, abbiamo chiesto personale tecnico aggiuntivo per fronteggiare l’enorme mole di lavoro e per dare celerità all’esame delle pratiche e al rilascio dei contributi. Richieste che il commissario ha sempre avversato.

Ora - conclude Di Stefano - sentire Chiodi spronare i cittadini a presentare i progetti per il centro storico, sfiora il paradosso, essendo stato proprio lui il più grande ostacolo all’avvio dei cantieri e dunque alla rinascita della città".


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