Ricostruzione, documento svela colpa dei ritardi. Cialente e Di Stefano lo pubblicano su Facebook

15 Maggio 2012   10:46  

Non accenna a placarsi l'eterno dibattito sulla necessità o meno del Piano di ricostruzione. E nonostante si tratti di uno strumento previsto dalla legge sul terremoto, sono ancora diverse le correnti di pensiero sulla sua utilità che continuano a vedere contrapposti da un lato il sindaco Massimo Cialente e dall'altro il commissario Gianni Chiodi e l'intera struttura tecnica. Col risultato che il cittadino è sempre più disorientato e non riesce a capire chi abbia ragione. Di certo, comunque la si veda, c'è appunto la previsione normativa.

Il dibattito, che si inasprisce alla vigilia del ballottaggio, si anima su Facebook, come ormai la maggior parte delle discussioni anche di carattere pubblico.

Sul social network il sindaco ha pubblicato una nota della Soprintendenza (LEGGILA) indirizzata alla presidente del Consorzio di Piazza della Prefettura Roberta Gargano, per dimostrare come la causa dell'empasse nel centro storico sia da rintracciare altrove dal Comune.

"Questa nota, che con l'Assessore Pietro Di Stefano abbiamo deciso di rendere pubblica e diffondere, spiega la situazione di stallo nella quale ci troviamo per la ricostruzione del centro storico" scrive Cialente, che spiega: "Sino ad oggi siamo riusciti a far partire alcuni edifici su un accordo tra Comune e Soprintendenza. In questo modo riuscivamo a dare il via, scavalcando le sabbie mobili, mortali, della filiera".

"Oggi cosa accade? - continua il sindaco - Che con la 3917, la soprintendenza, per la valutazione economica del progetto, deve passare per Cineas. Cineas è in gravissimo ritardo, e comunque ha già dichiarato, con l'intesa con Chiodi, che non affronterà l'esame dei progetti del centro storico, e comunque andrà via alla fine del 2012.

Come se ne esce? La Soprintendenza, dal mese di gennaio sta scrivendo al commissario Chiodi, che però come sempre fa orecchio da mercante - aggiunge Cialente -. Pertanto si è bloccato tutto.

Adesso, passate le elezioni, e sperando che vadano via Chiodi e Stm, cercheremo di intervenire con il Ministro Fabrizio Barca, ma questa vicenda mostra come la struttura Commissariale e la Struttura Tecnica di Missione siano assolutamente inadeguate per risolvere qualsiasi problema.

I proprietari dell'aggregato in oggetto spero abbiano capito dove è il problema, pertanto - conclude Cialente - invito soprattutto la Dott.ssa Gargano a non affermare più che la responsabilità del ritardo è del Comune dell'Aquila, ma come sempre dell'inettitudine del Commissario!".

Spiega poi l'assessore Di Stefano: "L'aggregato, a cui la nota si riferisce, è costituito da parti vincolate e parti non vincolate. Le vincolate sono state presentate alla Soprintendenza mentre quelle non vincolate alla filiera come da circolare del Commissario. La Soprintendenza, per le parti di sua competenza, ha chiesto di potersi avvalere di Cineas e Reluis ma non ha avuto risposte in merito. Per le parti non vincolate il Comune ha provveduto al ritiro delle pratiche presso la filiera e ne ha avviato l'esame in proprio. Purtroppo siamo difronte ad una strada senza uscita poiché non possiamo sostituirci all'esame delle parti vincolate perché le OPCM 3881 e 3917 assegnano tale compito alla Soprintendenze e quest'ultima, che ringraziamo per la notevole disponibilità, impegno e dedizione, non è supportata dai consorzi Reluis e Cineas per l'immobilismo del Commissario che ha stipulato le convenzioni con i citati consorzi. Questo fatto, ma ne potremmo citare diversi, fa cadere il velo sulla strumentalità sinora usata attribuendo al piano di ricostruzione la stasi nel centro storico. Invero sono queste norme capziose che paralizzano tutto e tali norme hanno un nome ed un cognome".

(MS)


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