Ricostruzione, Cialente: "Sul finaziamento diretto o agevolato mercoledì il parere del MEF"

12 Novembre 2012   18:06  

La aveva dichiarato a gran voce il consigliere Ettore Di Cesare, l'emergenza fondi per la ricostruzione, l'ha ribadita l'assessore alla ricostruzione Piero Di Stefano, ora ci torna su il Massimo Cialente, il tema è quello che si lega al non rifinanziamento della Cassa Depositi e Prestiti. Barca lo aveva detto chiaramente che per L'Aquila la Cassa non avrebbe avuto più un euro, quindi ciò significa una mancanza di fondi su cui possono fare affidamento immediato le imprese coinvolte nella ricostruzione.

La paventata ipotesi del finanziamento diretto, spaventa, tutti.

Il sindaco Cialente prova a tranquillizzare, ma non ci riesce a pieno. E' proeccupato, e soprattutto la verità di saprà mercoledì al MEF dove si stabilirà un eventuale nuovo intervento sulla Cassa.

Di certo c'è che così come si è andati avanti non si può più: “Abbiamo 600 milioni di euro che giacciono nelle banche, dove man mano arrivano le richieste di finanziamento, ma intanto che arrivano sono lì ferme e a maturare sono solo gli interessi delle banche. Dobbiamo creare un meccanismo che non faccia star fermi i soldi.”

Sta di fatto che quei soldi fermi sono una sicurezza per le imprese, e allora Cialente lancia una ipotesi: “ Se dobbiamo passare a finanziamento diretto allora propongo di erogare alle imprese, il 10% del contributo totale all'avvio del cantiere, con firma di una fideiussione, e con la clausola che lavorino speditamente, in tal modo potrebbero far fronte al pagamento degli operai”.

Al momento la Cassa ha sei miliardi di euro per gli Emiliani, ma non sono coperti tutti e sei ma solo la rata annuale. "Se questo è stato fatto per gli Emiliani - spiega anche l'onorevole Gianni Lolli - abbiamo spetanza che si possa fare anche per noi".

Ma per sapere la sorte che toccherà a chi arriva a contributo in queste settimane c'è da attendere mercoledì, per ora si spera, e Cialente di dice pronto ad assumersi ogni responsabilità: “Se necessario firmo io, o Paolo Aielli, che lo ricordo non è commissario di nessuno, perché il suo contratto sarà firmato da me.”


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