Ricostruzione beni culturali, Cialente scrive al ministro Ornaghi

17 Dicembre 2011   11:22  

"Con la presente vorrei richiamare la Sua attenzione sulla Città dell’Aquila, a due anni e mezzo dal sisma che l’ha distrutta, e sulla situazione del suo patrimonio culturale, intendendo con esso non solo le evidenze monumentali ma altresì la vita e la sopravvivenza delle numerose istituzioni che costituiscono, da sempre, parte integrante della sua identità". Così inizia la lettera che il sindaco Massimo Cialente ha indirizzato al ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi.

"A oggi - continua - la ricostruzione del centro storico è ferma. Circa cento tra chiese e complessi conventuali e circa quattrocento tra palazzi e dimore storiche presentano ancora, in tutta la loro drammatica evidenza, i segni della devastazione.

Concluse le opere provvisionali per la messa in sicurezza i nostri luoghi della cultura e della storia, che sono poi, prima di tutto, luoghi dell’anima per tutti i cittadini aquilani, sono ancora monumenti al silenzio e all’assenza di vita di quello che fu il cuore di una città antichissima e dal passato glorioso.

Il centro storico era spazio di incontro e di condivisione, di vita e di ricordi, di riconoscimento identitario profondo e sostanziale per tutta la comunità.

La perdita di questi luoghi, e dei punti di aggregazione come degli spazi di cultura, è la ferita più lacerante tra le molte che ancora sono aperte nell’anima di questa Città che, nonostante tutto, lotta quotidianamente per tornare a vivere.

Allo stesso modo le istituzioni culturali, attive nei campi del teatro, della musica, dello spettacolo e della divulgazione scientifica, alcune delle quali con un ruolo di primo piano nel panorama nazionale, oggi non hanno più una sede e sono soffocate dalla carenza di risorse e di investimenti.

Senza i loro spazi e in mancanza di adeguati sostegni questi enti, dalla storia lunga e importante, rischiano di morire.

Con loro verrebbe cancellata la storia, l’identità e la vita della Città dell’Aquila e verrebbe meno la risorsa fondamentale, anche in termini economici e di sviluppo, che esse rappresentano, provocando un’emorragia di posti di lavoro che andrebbe ad aggiungersi alle molteplici difficoltà che attanagliano il comparto produttivo e occupazionale in genere a seguito del sisma.

Per questa ragione, Signor Ministro, sono a chiederLe di voler venire in visita qui all’Aquila, allo scopo di poter verificare di persona la gravità della situazione che ho tentano di rappresentarle sinteticamente a parole e di poter incontrare gli operatori del settore che, dalla data del sisma, invocano un’attenzione mai in realtà ricevuta. Per tutti noi la Sua presenza sarebbe un grande onore.

Qualora, tuttavia, i Suoi impegni che, in questo momento, immagino essere numerosi e gravosi, non le consentissero di poter accettare il nostro invito, La pregherei di voler accordare la disponibilità a un incontro con una nostra delegazione, allo scopo di affrontare in tempi quanto più possibile rapidi una situazione che rischia, qualora non si intervenga tempestivamente, di vedere drammaticamente chiusa la porta a ogni soluzione.

Confidando nella Sua sensibilità istituzionale e in attesa di un cortese riscontro La saluto porgendoLe i miei più grati ossequi".


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