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Dopo una lunga discussione il Consiglio comunale, ieri sera, ha approvato la mozione presentata da Enrico Verini (Fli), Angelo Mancini (Idv), Enrico Perilli (Rc), Fabio Ranieri (Pd), Gianni Padovani (Socialisti) e Maurizio Leopardi (Udc) con la quale il Comune decide di non avvalersi più della Struttura tecnica di missione.
La proposta (approvata con 22 voti favorevoli, 4 contrari - Imprudente, D’Eramo, Sciomenta e Rivera - e 2 astenuti - Faccia e Lombardi) nasce da queste premesse: "l’assoluta mancanza di dialogo costruttivo tra la Stm e il Comune, i deludenti risultati conseguiti, l’inutile appesantimento burocratico e i rallentamenti, l’assenza di condivisione con il Comune della stesura delle ordinanze".
Contestualmente, il provvedimento prevede anche la possibilità per il Comune di "dotarsi di una efficiente struttura, qualificata e in sintonia con le esigenze reali del territorio".
In aula, strali alla Stm coordinata dall'architetto Gaetano Fontana sono arrivati da centrodestra e centrosinistra, mai come ora in sintonia.
Fabio Ranieri del Pd ha parlato di "situazione kafkiana per cui i colpevoli della mancata ricostruzione sono i consiglieri che hanno responsabilità scarsissime. Il Comune, di fatto, è commissariato. I cittadini devono sapere effettivamente con chi confrontarsi".
Il documento approvato, denominato "Linee di indirizzo del Comune dell’Aquila in materia di ufficio per la ricostruzione e per l'organizzazione generale della gestione dell’emergenza Sisma", si avvale in questo modo della possibilità, data a tutti i Comuni del cratere, di non rivolgersi, per avere i necessari supporti utili alla ricostruzione, alla Struttura tecnica di missione.