Rinviata la visita del ministro Trigilia a L'Aquila. Prime polemiche

07 Gennaio 2014   15:59  

Gli uffici del ministro per la Coesione territoriale informano che, per sopraggiunti impegni di governo, il ministro Carlo Trigilia non potra' essere presente all'Aquila, come previsto, per la giornata di domani.

La prima riunione del gruppo di lavoro, istituito dal ministro con funzioni di studio e di proposta in materia di politiche di sviluppo territoriale, sara' pertanto tenuta a Roma.

Il ministro ricevera', inoltre, il coordinatore dei sindaci del Cratere Emilio Nusca e una rappresentanza dei sindaci, a seguito della loro richiesta relativa alla proposta di delibera Cipe sulla rimodulazione dei finanziamenti per la ricostruzione.

La prevista riunione del Comitato di indirizzo del Fondo per lo sviluppo dell'Aquila e dei comuni del Cratere - informa l'ufficio stampa del ministro Trigilia - e' stata invece rinviata e si terra' nei prossimi giorni.

Guido Liris: ''Toglietegli la delega per L'Aquila''

"Proporrò all'attenzione del Presidente del Consiglio Comunale e della Conferenza dei Capigruppo un Ordine del Giorno perchè il Ministro Trigilia perda la delega "L'AQUILA!" è categorica la volontà espressa dal Capogruppo Comunale di Forza Italia Guido Quintino Liris

"La Ricostruzione della città dell'Aquila è vissuta, ora come non mai, come un peso, un fastidio da questo Governo e da questo Ministro in particolar modo.

Un Ministro che, ancora una volta, diserta visite ufficiali su L'Aquila e sul territorio del Cratere - visite annunciate ed in programma da tempo - è un Ministro che rifiuta il confronto con la nostra realtà e teme il giudizio di un territorio scontento e deluso del suo operato" continua Liris "Non vogliamo che il Ministro Trigilia abbia ancora la responsabilità della Ricostruzione del nostro territorio, un territorio che non lo ha mai visto nè sentito.

I fondi della Ricostruzione sono insufficienti e la mancanza di coordinamento da parte del Ministero costringe gli Uffici Speciali ad una continua tensione sulla destinazione delle poche risorse stanziate"

"Questo Ministro non si è mai accorto che la mancanza di presenza e di chiarezza sta portando ad uno scontro sempre più duro gli Uffici Speciali dell'Aquila e quello del Cratere.

La divaricazione di posizioni tra il Capoluogo e i Comuni del Cratere è sempre più evidente: operano in maniera completamente indipendente, parlano linguaggi tenici e politici differenti, riportano messaggi non univoci e spesso contraddittori, scelgono, a seconda delle esigenze e del momento, interlocutori ed "eroi estemporanei" diversi" conclude Liris.

"In sintesi: c'è un'assoluta mancanza di certezza e chiarezza sui fondi per la Ricostruzione e su quelli dello Sviluppo, c'è un'assoluta assenza di coordinamento politico e istituzionale, il territorio nutre una sfiducia sempre maggiore, gli Uffici Speciali sono concorrenti anzichè alleati, il Sindaco dell'Aquila ha necessità e opinioni confliggenti con quelle dei colleghi del Cratere.

Così non può e non deve andare avanti! Spero che ci sia unanimità di giudizio in Consiglio Comunale a L'Aquila così come all'interno delle altre amministrazioni del Cratere sull'assoluta inadeguatezza di questo Ministro e sul suo evidente disinteresse rispetto alle esigenze del nostro Territorio.

Non sarà risolutivo ai fini della Ricostruzione, ma credo sia assolutamente necessaria una scossa politica importante che permetta a tutti noi amministratori di sapere con chi parlare e che cosa poter chiedere."

Amedeo Esposito, giornalista: ''Il ministro Trigilia non ignori la grande sconfitta della speranza della dolorosa diaspora aquilana''

''Una grande sconfitta della speranza, quella che, sul portale del nuovo anno, vive la diaspora aquilana.

Questa la sconfortante risposta che dovrebbe essere data al Ministro per la coesione territoriale Carlo Trigilia, in visita all’Aquila, ove dovesse domandarsi: come sono “messi” gli aquilani ora?

Sconfitta, va aggiunto, dovute alle “negatività” – anche esistenziali – che nell’ultimo scorcio del 2013 si sono abbattute silenti, ma profondissime, sulla città.

Il Governo “ci ha abbandonato”, come ha gridato giustamente il sindaco Massimo Cialente.

La riprova di questo abbandono è nelle cosiddette leggi “mille proroghe”, e comunque in ogni altro atto legislativo emesso, in cui si ignora che la ricostruzione rappresenta un’esigenza nazionale, come lo stesso ministro Trigilia ebbe a dire la prima volta che, come ministro “addetto” (per volere del premier Letta) alla ricostruzione della città, visitò L’Aquila.

Dopo essersi addentrato nella zona rossa si disse “sconvolto” e assicurò il Primo Cittadino sulla disponibilità dei promessi fondi per la ricostruzione.

Fu solo una “assicurazione”, poiché presto i cantieri saranno serrati e il centro storico continuerà a rimanere sotto le macerie.

E se questo – che non è proprio poco – non bastasse, sempre a partire da Natale, sono stati tolti dei “punti fermi” a cui la città era ancorata per rialzarsi, come nel caso del trasferimento, come vice commissario agli scavi di Pompei (quella sì, città morta da alcuni secoli), del direttore regionale dei beni culturali, Fabrizio Magani. E quel che più allarma ogni cittadino è la paventata aggregazione della medesima direzione regionale dei beni culturali dell’Abruzzo, ad altri analoghi organismi, come quello laziale.

Si creerebbe così un’ altra “mostruosità istituzionale” come la “mezzadria” del Provveditorato alle Opere Pubbliche, ente creato con il compito di operare nelle…sfere dell’eternità.

Per cui, tanto per fare un esempio, a quattro anni dal sisma i 321 edifici (classificati E) di proprietà esclusiva dell’Ater aquilana, come i 200 di proprietà del comune sono ancora a terra a tutto danno della povera gente che, per richiamare l’attenzione sulla loro difficile situazione, è ricorsa finanche allo sciopero della fame.

Il “digiuno espiativo” invece avrebbero dovuto farlo quanti (in primis il governatore Gianni Chiodi) caparbiamente, per ragioni anche elettoralistiche, non hanno voluto e non vogliono concedere alla stessa povera gente una legge regionale capace di ridare a agli umiliati cittadini il grande bene perduto: l’anima di aquilani.

Ne tenga conto il ministro Trigilia, perché gli italiani tutti sono convinti che “l’Italia non può perdere L’Aquila”.

 


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