In tema di rifiuti, a Teramo ci si interroga sull'esito del progetto di ampliamento della discarica La Torre.L'interrogativo rimarrà in sospeso fino al 9 luglio, giorno fissato per il giudizio in merito davanti al Tar, sul ricorso presentato dal Comune, verso il parere negativo al progetto espresso dalla commissione regionale di valutazione d'impatto ambientale. Bisognerà avere pazienza per altri tre mesi, quindi per sapere se ci potrà essere o no l’ampliamento della discarica.
Nell’udienza di ieri, comunque, si è stabilito quali sono le parti in causa; infatti contro il ricorso dell’amministrazione comunale si sono presentati in giudizio la Regione, la Provincia di Teramo e un nucleo di cento capifamiglia residenti nella zona di La Torre. Quest’ultimi comunque ci tengono a mostrare il loro disappunto sullo slittamento della decisione, infatti ritengono passeranno 14 mesi e la città pagherà l’immobilismo di chi, a 4 anni dall’insediamento a 3 anni dal primo crollo, continua nei suoi propositi di ampliamento della discarica situata in una zona di massima pericolosità.
Di parere contrario è il vice sindaco Rabbuffo, che ritiene che la perdita di tempo non sia da imputare all'amministrazione comunale, bensì causata dalla modifica apportata del piano regionale di assetto geologico su cui si è basata la bocciatura dell’ampliamento, da lui ritenuta quanto meno superficiale. Infatti se non ci fosse stato questo cambiamento, l’opera sarebbe già pronta, il vicesindaco ribadisce la convinzione delle ragioni dell’Ente comunale ed è per questo si punta al giudizio di merito del Tar.
Il sindaco Chiodi ritiene che la decisione del Tar accelererebbe il procedimento, ma si mostra scettico sulla realizzazione del progetto anche nel caso di una sentenza positiva in quanto sarà di nuovo necessario il piano regolatore di assetto geologico per poter eliminare la causa del blocco del progetto. A detta del Sindaco proprio a questo servirà la volontà politica della Regione.
(SR)
