Ripresa economica cratere, Confcommercio: "Politica ignava, pronti alle barricate"

L'associazione dichiara lo stato di agitazione

14 Marzo 2012   10:54  

Si è svolto ieri il direttivo circondariale di Confcommercio L’Aquila che rappresenta l’intero comprensorio aquilano che insiste su 36 Comuni nel territorio che va dall’alta Valle dell’Aterno (Montereale) a L’Aquila e si estende nella Valle Subequana e sino a Capestrano e che coincide con i Comuni del cratere.

"All’unanimità - si legge in una nota - il consiglio direttivo ha deliberato lo stato di agitazione della categoria e l’avvio di iniziative anche particolarmente decise per sottolineare l’inerzia totale che tutte le Istituzioni dimostrano ormai da oltre due anni rispetto al rilancio del settore del terziario e delle pesantissime problematiche tuttora irrisolte che asfissiano gli operatori del commercio, del turismo e dei servizi.

Non c’è alcuna strategia mirata per un settore che è stato stravolto dal sisma e la cialtroneria impera in troppe istituzioni che per anni hanno ingannato le piccole e medie imprese sulla vicenda della Zona Franca sulla quale l’unica parola che si può dire è Vergogna. Per tutti.

Per non parlare dell’unica iniziativa concreta che l’allora prefetto Franco Gabrielli impose per rilanciare provvisoriamente lo storico mercato di Piazza Duomo in Piazza D’Armi. Una storia plurisecolare (dal 1308) che questa incapace ed ignava classe dirigente sta riuscendo a cancellare insieme ad una tradizione identitaria della città.

Nessuno muove un dito, nessuno è riuscito a leggere il dramma di un fondamentale settore dell’economia cittadina e del comprensorio del cratere. Di qui l’esigenza di manifestare con veemenza e con iniziative particolarmente importanti per far comprendere a tutti che questa categoria è giunta davvero ad un punto di rottura con chi non comprende sacrosante istanze e quindi non rappresenta più la realtà socio-economica di questo comprensorio".

“Senza una strategia di ascolto, di sostegno e di progettualità - dicono il direttore Celso Cioni e il presidente Alberto Capretti - le aziende che erano presenti a L’Aquila e nel comprensorio prima del terremoto pagheranno con la loro chiusura l’attaccamento alla città per dare spazio irresponsabilmente a chi verrà da altri territori a mietere provvidenze come per troppe volte è accaduto in passato. Noi non consentiremo tutto ciò a rischio di tornare a fare barricate aquilane.

Non accetteremo supini quello che oggi appare un destino inevitabile, noi ci riprenderemo ad ogni costo e con le nostre mani il nostro futuro, combattendo contro questo inaccettabile stato di cose.

Siamo pronti a scendere in piazza per difendere la dignità, la storia e la tradizione identitaria del commercio, del turismo e dei servizi che sono stati nei secoli protagonisti di stagioni di crescita sociale ed economica. Nei prossimi giorni ne vedremo delle belle”.


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