CGIL e FILT denunciano un altro aumento del 10 % sugli abbonamenti TUA dal primo luglio, senza miglioramenti nel servizio e a discapito delle fasce più fragili.
La CGIL Abruzzo Molise e la FILT CGIL locale hanno sollevato un’accorata protesta dopo l’annuncio del deciso incremento delle tariffe del trasporto pubblico locale su gomma, che scatterà dal 1° luglio 2025 per tutti gli abbonamenti – urbani, suburbani e interurbani – gestiti da TUA Spa.
I sindacati parlano di ’stangata’ e di misura ingiustificata, visto che segue i rincari del 2024, con aumenti fino al 38 % sui biglietti singoli. Aumenti che, secondo Carmine Ranieri (CGIL) e Aurelio Di Eugenio (FILT), colpiscono pendolari, studenti, lavoratori, pensionati – senza alcun miglioramento in termini di qualità o frequenza.
La delibera regionale, approvata dalla Giunta Marsilio, stabilisce un incremento del 10 %, calcolato in linea con l’inflazione, ma riservato esclusivamente agli abbonamenti, visto che i biglietti singoli resteranno invariati. La uniformità del rincaro interessa tutte le province abruzzesi, senza eccezioni territoriali.
A critiche si aggiungono quelle legate alla disparità territoriale: fuori dall’area metropolitana Chieti‑Pescara, manca il biglietto unico, penalizzando aree rurali e interne, dove l’autobus rimane spesso unica opzione di mobilità.
I sindacati chiedono – con urgenza – il ritiro dell’aumento, l’estensione del biglietto unico a tutta la regione, agevolazioni per le fasce vulnerabili (studenti, disoccupati, pensionati, famiglie a basso reddito) e l’avvio di un confronto vero con Regione, Comuni e rappresentanze sociali. Ribadiscono che la mobilità è un diritto fondamentale e che la comunità abruzzese non può essere sottoposta a nuove tasse indirette senza servizi all’altezza.
Contesto e reazioni locali:
L’aumento del 10 % conferma i precedenti rincari del 2024 (fino al 38 % sugli urbani) .
TUA Spa, in difesa dell’operazione, precisa che le tariffe restano sotto la media nazionale e che permangono agevolazioni per studenti e famiglie con ISEE sotto i 10.000 €.
La Regione giustifica la scelta come adeguamento al tasso di inflazione, ma l’aumento ha già suscitato vibranti proteste da parte delle associazioni consumatori e forze politiche dell’opposizione