Romanzo criminale a Pescara, il branco ha agito sulla spinta di modelli emulativi sbagliati. LA FOTO

19 Giugno 2013   10:45  

Già la prima frase letta sul profilo Facebook di Edgar Flacco, il 18enne arrestato dalla Questura di Pescara e sottoposto a domiciliari per il pestaggio di un coetaneo a causa di una sigaretta negata, basterebbe, secondo gli inquirenti, per capire il perché di tanta violenza per motivi a dir poco futili.

"Dio perdona, ma la banda no", si legge infatti sul profilo del giovane italo-bielorusso, indicativo di quello che il vice della Mobile Dante Cosentino e il sostituto commissario Guido Camerano, che hanno condotto l'indagine, hanno definito "lo scimmiottamento di un romanzo criminale nostrano", ed il gip Maria Michela Di Fine, senza ricorso ad alcuna perifrasi, ha invece affermato di ritenere "la dimostrazione dell'incapacità del ragazzo di controllare i propri impulsi anti-sociali".

Nell'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, infatti, il magistrato ha spiegato in dettaglio i motivi per cui ritiene opportuno ricorrere a tale misura: "L'indagato é una personalità non comune, probabilmente anche frutto del contesto sociale in cui si trova a muoversi, oltre che di errati modelli educativi, come dimostrato dalla frase in questione".

Tali considerazioni, unite alla dinamica di svolgimento dei fatti, che ha visto Edgar Flacco aggredire insieme ad altri un coetaneo, prendendolo a calci e pugni per il pretesto di una sigaretta negata, senza poi sincerarsi delle sue condizioni nè mostrare il minimo segnale di pentimento, secondo la Di Fine "motivano quindi la misura di custodia cautelare ai domiciliari nei suoi confronti".


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