Roseto, Federazione della sinistra contro la vendita degli immobili comunali

27 Giugno 2012   10:27  

"Apprendiamo che è decisione del comune di Roseto vendere immobili all’interno dell’ex area Monti, le ex scuole dismesse e Villa Clemente. Le motivazioni sono sempre le stesse, fare cassa. Alla cittadinanza bisogna comunque far sapere che una amministrazione senza idee per reperire fondi attua i metodi della cessione, impoverendo la città di beni e servizi non risolvendo nulla ma spostando alle nuove generazioni i problemi che dovranno affrontare con ancor meno risorse". La denuncia è di Marco Borgatti della Federazione della sinistra.

"Emblematico il caso della vendita della farmacia comunale, struttura in utile che potrebbe, con una corretta gestione, offrire ampi servizi gratuiti ai cittadini viene letteralmente svenduta. Adesso la notizia della messa in vendita della famosa Villa Clemente, un pezzo di storia della nostra città. Noi non ci stiamo.

Invitiamo il Comune a razionalizzare le spese invece che privarsi di beni e servizi utili per la cittadinanza. Il comune paga un canone d’affitto per il centro dell’impiego di circa 39 mila euro, di cui circa 10 mila a carico del Comune di Roseto ed il resto suddiviso nei vari comuni dell’ente d’ambito. L’amministrazione versa affitti per circa 21.900€ per rimesse e magazzini ed altri 9.000€ per uffici del settore commercio in centro.

Proponiamo al Comune - dice Borgatti - di razionalizzare, ovvero riqualificare le scuole messe in vendita e i locali pubblici nell’ex area Monti per spostare in quei luoghi uffici e magazzini. Questa operazione porterebbe alle casse comunali circa 60.000€ annui, una somma considerevole che di fatto renderebbe svantaggioso vendere questi locali. In dieci anni vuol dire avere oltre 600.000€ per risanare il bilancio ed investire poi sul territorio.

In Italia ormai la strada della pubblica amministrazione è riqualificare l’esistente per non consumare ulteriormente il suolo pubblico e garantire entrate e servizi ai cittadini. Il comune decide invece di perseguire metodi arcaici che li rendono uomini antiquati per i moderni canoni di gestione della cosa pubblica. Una amministrazione che ci porta indietro di 40 anni. Probabilmente è ora di considerali già al passato".


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