Ru486, Cgil: Giù le mani dal diritto di autodeterminazione delle donne

11 Febbraio 2021   18:19  

Apprendiamo, con preoccupazione, che sotto la forma di “forte raccomandazione alle ASL regionali”, la regione Abruzzo, per l'interruzione farmacologica di gravidanza con l'utilizzo della pillola RU 486, indica che sia preferibilmente somministrata in ambito ospedaliero e non nei consultori. Secondo l'assessora Verì è un provvedimento a favore delle donne viste le modifiche alla normativa che regolamentano l'aborto.

Forse l'assessora ignora l'aggiornamento delle linee di indirizzo del ministero della Salute del 13 agosto 2020, che dopo il parere favorevole del CSS e la delibera dell'Aifa, ha rimosso le limitazioni all'impiego della pillola abortiva.

Nel frattempo, la Regione Abruzzo, a ciascuna ASL abruzzese, ha chiesto di fornire, per ogni consultorio abruzzese, una serie di informazioni.

Ricordiamo che la legge istitutiva dei consultori risale al 29 luglio 1975 e stabiliva funzioni e scopo, figure professionali e articolazioni territoriali. Nel tempo i consultori hanno subito un attacco continuo con svuotamento e chiusura di molti di essi. Ci sorprende pertanto questa quantomeno tardiva presa di coscienza della situazione dei consultori come pure la previsione, nel frattempo, del ricovero, per l'aborto farmacologico, di tre giorni, in piena pandemia e con una sottovalutazione dei problemi delle donne sulla privatezza dell'intervento e sull’impatto psicologico che questo potrebbe avere su di esse. Sullo sfondo di tutto ciò l'alto numero di medici obiettori presenti nelle strutture ospedaliere pubbliche.

A questo punto sembra manchi solo l’attivazione dei gruppi pro - vita quale tassello di una bigotta e retriva mentalità contro il diritto delle donne all’autodeterminazione.

Noi donne e uomini della CGIL non siamo più disponibili ad aspettare ed a rinunciare ad una conquista frutto di anni di battaglie.

Per questo chiediamo che si avvii finalmente e concretamente un vero riordino della rete dei consultori e che si garantisca, anche in Abruzzo, la realizzazione delle linee di indirizzo del Ministero della Salute con garanzia dell’esigibilità di un diritto per le donne con piena tutela della salute e della riservatezza.

Sollecitiamo nuovamente l’Assessora ad avviare un confronto concreto sulla medicina territoriale a partire dalla rete dei consultori pubblici in Abruzzo. Siamo pronti diversamente a mettere in campo tutte le azioni di mobilitazione necessarie a difesa di quello che ribadiamo è un diritto delle donne senza se e senza ma.


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