San Salvatore, ospedale della vergogna

L'ospedale fantasma

15 Aprile 2009   23:55  

Costato miliardi e atteso per 30 lunghi anni, il San Salvatore è oggi un ospedale fantasma. Durante la notte del disastro la struttura che avrebbe dovuto assolvere alla cura e alla salvezza delle tante vite sconvolte dal sisma, è stata la prima a crollare, a tradire, forse anche a uccidere . Ma lo sciame sismico che ha messo in ginocchio l’Abruzzo non si è limitato a spaccare case e vite umane: assieme ai detriti sono affiorate vergogne irrisolte, accordi nell’ombra, meccanismi immorali.

Dai piloni spaccati, ingenuamente piegati e collassati su se stessi, sono sgorgate, miste al cemento annacquato,  le mancanze di chi sapeva avrebbe guadagnato a scapito dell'altrui sicurezza. L’atavica questione morale che ammala le amministrazioni nostrane è dunque riaffiorata, ma invece dello scandalo questa volta ha scelto la via del dolore, della morte, della devastazione.

In attesa di inchieste maggiormente approfondite sulle responsabilità di quanti hanno costruito senza rispettare le norme, qualche notizia storica sul San Salvatore può già illustrare ai lettori le circostanze, lo scenario, l'atmosfera insalubre nelle quale l'imponente struttura è stata data alla luce.




 

I lavori di costruzione del San Salvatore, l'ospedale oggi definito come inagibile al 95%, ma della cui agibilità sembra non siano mai state emesse certificazioni ufficiali, sono iniziati nel 1972, 37 anni fa. L’opera fu affidata alla ditta Pascali di Lecce, che finì in bancarotta appena ultimati i primi 5 lotti, e ossia il corpo centrale dell’edificio. Subentrò la Edilirti dell’Aquila, che avrebbe dovuto solo rifinire, fallita anch’essa poco dopo. La struttura rimase incompiuta per anni divenendo così “obsoleta”.
Nel 1991 una cordata guidata dalla Cogefar Impresit (oggi Impregilo) ottenne il completamento delle finiture e delle sale operatorie,  con l’aggiunta di un asilo nido e una scuola per infermieri.
La spesa prevista inizialmente per la struttura ammontava a circa 11 miliardi e 395 milioni di lire, per una capienza di 1.100 posti via via progressivamente ridotti.  Chi pensava che il ridimensionamento del numero di posti originari(nel tempo scesi a 560 e poi a 350) avrebbe alleviato le tasche dei contribuenti, si sorprese nell'apprendere che l'ospedale sarebbe costato la bellezza di 84 milioni e 500 mila euro, circa 164 miliardi di lire.

Non basta. Per ultimare l'opera ne servirono ulteriori 16, che sommati alle somme stanziate precedentemente portarono alla spesa totale di quasi 101 milioni di euro. “Nove volte il necessario” secondo il  rettore dell’Università aquilana Di Orio.

Una cifra molto lontana dai 5 milioni di euro previsti in origine, e parecchio distante anche dai 12 milioni di euro spesi per la costruzione del centro cardiochirurgico di Emergency a Khartoum. Anche il confronto tra le rispettive tempistiche fa inorridire: 30 anni per il San Salvatore, 3 anni per l'ospedale di Emergency. Con i suoi pannelli solari, i suoi moderni sistemi di filtraggio dell'aria, le  sue misure di risparmio energetico, le sue norme di sicurezza, la struttura di Khartoum è stata definita una delle più belle al mondo. Bella, economica, ma soprattutto agibile. Qualcuno dirà che l'esempio non calza, e che le due situazioni sono differenti. E' vero, ma non abbastanza da giustificare l'enorme divario di spesa e di tempo che distingue i due casi.

Oggi del San Salvatore restano le macerie. Certo, parte delle struttura ha resistito al crollo, ma i danni sono tali da rimettere tutto in discussione. Chi dice che il disastro non poteva essere previsto sbaglia. Il sisma forse no, ma la fragilità, l'evanescenza di certe strutture costruite nella spudorata assenza di materiali e tecniche adeguate erano conosciute da tempo. Non è stato Giuliani a predire la tragedia, ma l'atavica questione morale che da anni infesta le nostre amministrazioni.
 
Nello stesso anno in cui l'ospedale venne inaugurato, nel 2000 per l'esattezza, un'inchiesta parlamentare aveva già rilevato "l'irrazionalità e l'obsolescenza dell'impianto costruttivo, la scarsa qualità dei materiali impiegati oltre all'enorme dispersione dei percorsi orizzontali".

Ad ultimare i lavori della struttura, come precedentemente accennato, fu la Cogefar, oggi denominata Impregilo, alias la più grande azienda di costruzioni italiane. La stessa società che oggi costruisce l'alta velocità tra Milano e Napoli e tra Torino e Venezia. La stessa che sta ammodernando la Salerno-Reggio Calabria (per la quale ha già chiesto ulteriori 3 anni di lavori), che si è occupata dell'inceneritore di Acerra(ultimato quest'anno dal 2003) e che dovrebbe gestire la costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Sul sito ufficiale dell'azienda il San Salvatore dell' Aquila viene elencato tra gli  "importanti e moderni complessi ospedalieri" realizzati nel mondo dalla Società di costruzioni.

Scottata dalle polemiche inerenti la Tav, l'inceneritore di Acerra e il Ponte di Messina, la Impregilo ha già tenuto a precisare la sua totale assenza di responsabilità circa i crolli avvenuti nell'Ospedale aquilano. "Noi abbiamo fatto gli impianti elettrici e meccanici, - ha dichiarato un portavoce dell'impresa- sistemato gli arredi, gli equipaggiamenti medicali, le opere di finitura e costruito ex novo due strutture: una scuola per infermieri e un asilo nido”.

Una precisazione che tuttavia ancora nessuno aveva chiesto formalmente. Un'esternazione che ha soddisfatto i mercati azionari, ma non i magistrati incaricati di fare luce sulla tragedia. "Prenderemo in esame l'appalto- ha assicurato il procuratore aquilano Rossini- il materiale impiegato per la costruzione, capire che ferro e cemento siano stati impiegati, verificare progettazione, collaudo, e via dicendo, può darsi che ci troveremo davanti persone che hanno delle responsabilità. Ma dobbiamo aspettare". 

Un ordinanza del 2003 del presidente del Consiglio, va infine ricordato, imponeva controlli sull'efficacia antisismica di determinate strutture, compreso il San Salvatore. Come  rivelato dal quotidiano Il Tempo però, i faldoni relativi all'ospedale risultarono smarriti e dunque la verifica non fu più fatta.

(Foto del Centro)

Giovanna Di Carlo

 

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore