Sanità, Guardiagrele: il Consiglio boccia il piano di riordino

16 Settembre 2010   10:58  

"Alla fine il consiglio comunale non ha potuto fare altro che trovare l'unanimità sulla proposta portata dal nostro gruppo consiliare che boccia il programma operativo Chiodi-Baraldi in maniera dura e decisa e, soprattutto, chiudendo la porta ad ogni possibile alternativa". Lo si legge in una nota del gruppo 'Guardiagrele il bene in comune'.
 
"E' una vittoria del centrosinistra ma è, soprattutto, una vittoria dell'intera città - affermano i consiglieri - alla quale è stata evitata la mortificazione di una sostanziale adesione al progetto Chiodi-Baraldi che Salvi e la sua giunta volevano far passare.
 
La maggioranza, guidata sul fronte sanitario da Salvi e Iezzi, aveva portato una proposta irricevibile nella quale si spacciavano per conquiste soluzioni non scritte in nessun documento, non supportate da probanti piani finanziari in grado di consentire una reale misurazione dei costi, frutto di discussioni e trattative che il gruppo di minoranza ha bocciato senza possibilità di appello.
 
Salvi ha portato in consiglio comunale il manager Zavattaro e il direttore sanitario Budassi, rimasto in silenzio, sperando di convincere i cittadini della bontà delle loro soluzioni, come se i posti letto di una RSA, di un centro contro le malattie senili o delle associazioni tra i medici di base possano essere il surrogato di un ospedale per acuti.
 Così non è stato. E, alla fine, il consiglio comunale ha votato la nostra proposta perfettamente in linea con le nostre iniziative delle ultime settimane tempestivamente comunicate al sindaco e alle quali il sindaco non si è mai degnato di rispondere.
 
Ne esce, però, una maggioranza avvilita e spaccata.
 
Avvilita perchè ora dovrà rendere conto ai suoi generali del loro dietrofront. Salvi era venuto in consiglio per portare a casa la legittimazione alle sue fumose trattative e si è ritrovato con la bocciatura del suo lavoro e di quello che crede di avere conquistato. Arriveranno Febbo e Di Stefano anche qui, come a Casoli, a dinfendere il PTA? E Salvi si siederà con loro dopo avere votato una delibera che rigetta quella soluzione scritta nel programma operativo?
 
Avvilita perchè, ancora una volta, lasciata sola dalla politica regionale e provinciale di centrodestra che se ne infischia di salvare l'ospedale di Guardiagrele dopo avere fatto nella nostra città la peggiore pratica di speculazione sulle paure della gente. Una pratica che, condannata da Zavattaro, è stata da lui condivisa nel momento in cui ha iniziato con il mettere in discussione la capacità dei nostri medici persino di leggere gli esami diagnostici.
 
La maggioranza ne esce anche spaccata, letteralmente frantumata come il castello di presunte certezze che si erano avviati a costruire; obbligata anche dalle esternazioni di Donatello Di Prinzio che si è smarcato dalla posizione del suo sindaco dichiarandosi privo di una rappresentanza politica perché ormai orfano di chi aveva sostenuto nelle sue manifestazioni e di chi ha contribuito a far eleggere, dall'assenza del consigliere leghista Scioli che, sebbene assente giustificato, appariva e spariva senza sedersi nei banchi della sua maggioranza; dal silenzio inebetito dei consiglieri di maggioranza e, all'opposto, dalle parole affatto convincenti dell'assessore Iezzi, ormai convinto che il "SS. Immacolata" non possa più essere un presidio per acuti, che non avrebbe potuto smentire quel che Zavattaro, seduto al suo fianco, qualche minuto dopo ha confermato.
 
Il consiglio di ieri ci ha consegnato, oltre a queste, un'altra importante certezza: la disattivazione del nostro ospedale e l'azzeramento dei posti letto per acuti, strada sostenuta e appoggiata dal centrodestra, a tutti i livelli, è una manovra che non comporta nessun risparmio. Lo ha detto Zavattaro e noi gli crediamo, anche perchè era una convinzione da tempo maturata. Qualcuno, allora, dovrà spiegarci il perché di questa decisione - la chiusura dei piccoli ospedali - spacciata per la soluzione al debito della sanità abruzzese.
 
Per noi, per i cittadini e  per la parte politica che rappresentiamo, è imprescindibile che il SS. Immacolata resti un ospedale per acuti, che la sua attività sia legata, secondo l’architettura istituzionale prevista dal Piano Sanitario, ai presidi di Chieti e di Ortona, e che la sua vocazione venga modulata sulle reali esigenze del territorio e non secondo le richieste di lobbies di interessi.
 
Consapevoli che il diritto alla salute è un interesse fondamentale e collettivo, abbiamo scelto, come sempre, di offrire il nostro aiuto e mettere a disposizione il nostro lavoro alla maggioranza, accogliendone dunque alcune emendamenti che sono stati di integrazione alla nostra proposta di delibera consiliare, e incaricando il Sindaco Salvi ad agire nell’ottica della salvaguardia del presidio ospedaliero guardiese e non della sua trasformazione in generico poliambulatorio in cui non sia garantita neanche l’emergenza/urgenza".


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