Sanità, fuoco incrociato di Toto e Caramanico contro Chiodi

Consiglio Stato: ospedale Guardiagrele resta aperto

18 Gennaio 2011   14:27  

"Difetto d'istruttoria" questo il marchio indelebile che il Consiglio di Stato pone sul Piano Sanitario Operativo del duo Chiodi-Baraldi, ed il motivo appare chiaro. I provvedimenti di chiusura dell'ospedale di Guardiagrele sono stati operati a tavolino senza tener conto della realtà del territorio.

Non solo, ma anche della composizione demografica dei Comuni del circondario, dei diritti alla salute dei cittadini. Le perplessità avanzate da tutti coloro, comitati spontanei, enti e semplici cittadini, che hanno presentato esposti contro la chiusura dell'Ospedale di Guardiagrele, dice il Consiglio di Stato "Non sembrano del tutto sfornite di fondamento". Un'ulteriore sconfitta per la struttura commissariale che potrebbe ripercuotersi su tutto l'Abruzzo, perchè questa sentenza potrebbe ridare voce ad altri comitati ed enti che si sono opposti nei mesi scorsi ai provvedimenti adottati. Da non sottovalutare, tra l'altro, una sentenza della Corte di Cassazione riferita alla Calabria, ma che potrebbe rappresentare un interessante precedente per l'Abruzzo, secondo la quale un commissario non può prevaricare una legge regionale esistente e deve rispettare le procedure.

SANITA': CARAMANICO, DOPO SENTENZA C.STATO CHIODI SI DIMETTA

"Chiodi ha il dovere di dimettersi". E' quanto dichiara il consigliere regionale del Pd, Franco Caramanico, dopo la pronuncia del Consiglio di Stato che ha accolto la sospensiva con conseguente blocco del provvedimento di chiusura dell'ospedale di Guardiagrele deciso nel Piano Sanitario che, dice Caramanico, "sanciscono una volta per tutte il fallimento del Programma operativo del Commissario Chiodi il quale avrebbe il dovere morale, oltre che politico, di rassegnare le sue dimissioni da Commissario straordinario alla sanita' e di bloccare i provvedimenti assunti nel Piano Operativo. Sulla loro legittimita' - prosegue Caramanico - e' lecito nutrire piu' di una riserva, tanto piu' alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale, secondo cui il Commissario non ha poteri legislativi e non puo' assumerli arbitrariamente, come invece ha fatto il Governatore della Regione Abruzzo. Non possiamo poi non chiederci cosa si nasconda dietro la strenua ostinazione da parte di Chiodi di continuare a portare avanti i suoi piani sulla chiusura degli ospedali; quali siano i reali interessi di una manovra su cui attendiamo fiduciosi la pronuncia dei giudici del Tar, chiamati il prossimo 23 marzo a esprimersi nel merito dei ricorsi presentati. Chiediamo - conclude Caramanico - che Chiodi, dimettendosi dall'incarico di Commissario alla sanita', restituisca i pieni poteri al Consiglio regionale, di fatto esautorato su una materia, quale e' la sanita', di importanza cruciale per la nostra regione".

TOTO: GRAVE CHE SIA LA GIUSTIZIA A PENSARE AI CITTADINI

"E' grave che debba essere la giustizia, e non la politica, a farsi carico delle esigenze dei cittadini". Lo afferma il coordinatore regionale di Fli, il deputato Daniele Toto in relazione all'ordinanza del Consiglio di Stato che accoglie la sospensiva per la chiusura dell'ospedale di Guardiagrele. In una nota Toto auspica che "i provvedimenti censurati siano corretti nel senso indicato dal Consiglio di Stato, ossia della sufficienza e dell'adeguatezza delle misure alternative predisposte e della congruita' di ogni altro profilo in relazione alle caratteristiche del territorio, delle sue infrastrutture viarie e delle connotazioni particolari della popolazione residente". "Il consiglio di Stato -aggiunge Toto - ha dato voce formale all'allarme, lanciato piu' volte nei mesi scorsi, con il quale io stesso avevo cercato di far comprendere che la nostra regione non poteva sopportare quel piano di ristrutturazione, spingendomi a definire 'macelleria sanitaria' quella rappresentata dai provvedimenti oggi censurati dalla giustizia amministrativa". "E' ora - conclude il deputato abruzzese - di dare una svolta concreta all'approccio alle problematiche sanitarie, anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale che ha ridimensionato notevolmente e molto opportunamente le prerogative debordanti dei Commissari ad acta dei quali ha escluso ogni funzione legislativa".


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