Sanitopoli, le ragioni della Procura

19 Aprile 2011   14:54  

Nelle motivazioni per le richieste di condanna ai tre imputati processati con rito abbreviato nello scandalo della Sanità in Abruzzo, gli aspetti circostanziati del granitico impianto accusatorio ed una difesa discreta da parte dei Pm rispetto ai soliti attacchi di certa stampa strumentalmente critica nei confronti della Magistratura in genere

4 anni per l'ex governatore Giovanni Pace e per l'avvocato Pietro Anello; tre anni e sei mesi per l'ex vice presidente della Fira Vincenzo Trozzi, costituiscono, per il pool Trifuoggi- Di Florio- Bellelli , una pena sostanzialmente ragionevole alla luce dei capi d'imputazione che vanno dall'associazione a delinquere, abusi in atto d'ufficio, concorso in abuso, in truffa e corruzione.

Nella dettagliata ricostruzione dei fatti affidata in prima battuta dal Sostituto Procuratore Giuseppe Bellelli ed in seconda al Sostituto Procuratore Giampiero Di Florio, il modo con il quale l'avvocato Anello, in cambio di una tangente da 250 mila euro consegnata negli uffici della Fira, fornisce una periza favorevole per inserire Angelini tra i beneficiari della prima cartolarizzazione e contestualmente la consegna nelle mani di Trozzi di una tangente da 100 mila euro per Pace, soltanto la metà di quelli richiesti, perchè - come ha spiegato Bellelli - una volta ottenuta la cartolarizzazione e tutto ciò che voleva Angelini manda a quel paese tutti quanti. Rispetto, poi, alla figura di Pace, Di Florio spiega che solo nell'ultima udienza l'ex governatore ha parlato delle visite domenicali di Angelini, ma che da buon politico non si é mai sbilanciato - "Non ci ha certo raccontato che sua figlia lavorava da Angelini - precisa Di Florio - e delle regalie che aveva ricevuto dall'imprenditore, e poi la confessione dell'ex presidente Fira Masciarelli che ha deciso di patteggiare la pena, secondo il quale Pace sapeva cosa stava accadendo ed aveva il polso della situazione."

Le considerazioni finali dei Pm sono, poi, servite per rispondere ad alcuni articoli apparsi su "Il Giornale" di Milano e ad alcune interrogazioni parlamentari particolarmente strumentali: "Una campagna di stampa che puntualmente alla vigilia delle scadenze più importanti del processo  viene scatenata contro la Procura pescarese, mentre sull'interrogazione in Parlamento Bellelli puntualizza: "E' falso affermare che la Procura chiude gli occhi sulle illegalità di Angelini, é casomai il contrario perchè tutto il processo nasce dalle illegalità dell'imprenditore teatino. E' grazie alle nostre carte che Angelini é diventato un bancarottiere." Mentre sull'attendibilità delle sue accuse c'é la certificazione di ben 40 giudici. Il 9 maggio prossimo a partire dalle 9.00 le arringhe della difesa e a seguire la sentenza del giudice Zaccagnini.


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