Santa Elisabetta e la sua storia

18 Novembre 2014   07:43  

L’etimologia Il significato più probabile del nome Elisabetta è: "il Signore è giuramento” essendo il nome composto da El "Signore" ,sheva "sette" e nishba "egli giurò".

Le sante e le beate che portano questo nome sono numerose tra le più note si ricordano : santa Elisabetta, madre di Giovanni il Battista, commemorata il 23 settembre e sant'Elisabetta d'Ungheria, regina e religiosa, ricordata il 17 novembre. Elisabetta  secondo i  Vangeli fu madre di san Giovanni Battista, cugina di Maria e moglie del sacerdote ebreo  Zaccaria.

I due coniugi ebbero il figliolo in età avanzata e Zaccaria ne ebbe l’annuncio dall’arcangelo Gabriele mentre svolgeva il suo servizio nel Tempio di Gerusalemme. Al sesto mese di gravidanza, Elisabetta ricevette la visita di Maria, che nel corso dell'Annunciazione era stata avvertita che sua cugina era incinta.

All'udire il saluto di Maria, Elisabetta riconobbe Maria come la madre del Salvatore salutandola con le famose parole «benedetta fra le donne» e «madre del mio Signore”.

Nel luogo in cui abitava Elisabetta nella località di Ain Karem nella periferia di Gerusalemme è stata costruita la chiesa cattolica della Visitazione.

Essa fa riferimento all’episodio evangelico della visita di Maria alla cugina Elisabetta, come raccontato dall’evangelista Luca, al termine dell’incontro la madre di Gesù rispose con la preghiera del Magnificat.

Santa Elisabetta d’Ungheria festeggiata il 17 novembre.

Elisabetta, figlia di Andrea II re d'Ungheria e di Gertrude, nobildonna di Merano, ebbe una vita breve. Nata nel 1207 venne promessa in sposa a Ludovico figlio ed erede del re di Turingia.

All’età di 4 anni fu portata alla sua corte nel castello di Warburg ed ivi educata. Aborriva le gale e gli abbigliamenti superflui ed ebbe sin da bambina una particolare inclinazione alla pietà e alla carità.

Allorché andava in Chiesa portando in testa una corona d'oro arricchita di gemme, nell'entrare se la levava e se la rimetteva dopo che n'era uscita. Si sposò nel 1221 a quattordici anni e divenne madre a quindici.

Dopo il primogenito Ermanno vennero al mondo due bambine: Sofia e Gertrude, quest'ultima data alla luce già orfana di padre, Elisabetta rimase infatti vedova a 20 anni . Il marito Ludovico IV morì ad Otranto in attesa di imbarcarsi con Federico II per la crociata in Terra Santa.

Elisabetta provò sommo dispiacere per la sua morte ma si rassegnò al volere divino e da allora il suo unico scopo fu l’educazione della prole e l’attività caritatevole già incoraggiata dal marito. Ma la suocera e i cognati , contrari alla sua scelta di povertà, la costrinsero ad lasciare il castello e ed a abbandonare i figli e cercare rifugio a Marburgo in una modesta casa.

Divenne terziaria francescana, si spogliò di tutti i suoi beni con i quali fece costruire un ospedale per gli infermi a cui dedicò tutta se stessa visitando gli ammalati due volte al giorno e attribuendosi sempre l e mansioni più umili. Morì a 24 anni il 17 novembre del 1231 a Marburgo, È stata canonizzata da papa Gregorio IX nel 1235.

La santa patrona dei terziari francescani al seguito di Francesco di Assisi, è ritenuta anche protettrice degli infermieri, società caritatevoli e fornai. Suo emblema è il cesto di pane. In Abruzzo vi sono significative testimonianze del culto della Santa A Crecchio , vicino al centro storico sorge un Santuario dedicato a Santa Elisabetta.

La chiesa ha origini molto antiche, così come la venerazione degli abitanti per la Santa. Danneggiata negli anni 1943-1944, è stata ricostruita nel 1955 . Al suo interno è possibile ammirare una statua quattrocentesca della Santa ed alcuni ex voto del XIX secolo.

A Sulmona la Chiesa di San Francesco della Scarpa ,costruita nel 1200 dai francescani e ampliata per volontà di Carlo II d'Angiò nel 1290 in maniera da diventare "la più importante chiesa francescana medievale d'Abruzzo", è impreziosita da una tela  cinquecentesca, di Olmo Giovanni Paolo, raffigurante appunto la Visitazione di Maria a S. Elisabetta.

A Spoltore nella chiesa di San Panfilo nell’ altare della Madonna degli Angeli, in stile barocco, accanto al grande dipinto della Madonna degli Angeli, i frati francescani posizionarono anche le statua di Santa Elisabetta d’Ungheria.

A San Giovanni in Venere, nella facciata dello splendido portale in pietra e marmo detto della Luna del sec. XIII, una delle lastre di marmo bianco scolpito rappresenta la Visitazione di Maria incinta di Gesù che si incontra con Elisabetta che attende Giovanni Battista.

Infine a L’Aquila nel Museo Nazionale d’Abruzzo un pregevole dipinto rappresenta la santa in piedi, in posizione frontale; nelle mani giunte tiene una sottile croce d'oro, il rosario le pende dalle dita della mano sinistra mentre con il braccio sorregge un libro.

La figura si staglia su un fondo blu stellato d'oro nella parte superiore, cosparso di rose bianche e rosse nella parte inferiore.

 

Ricostruzione storiografica di Elisabetta Mancinelli


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Santa Elisabetta
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