Sblocca Italia, Liris (Fi): "D'Alfonso chieda dimissioni Pezzopane o si dimetta lui"

10 Novembre 2014   10:31  

"Contro lo Sblocca Italia il presidente Luciano D'Alfonso minaccia di ricorrere alla Corte Costituzionale, giura di fare le barricate. Per essere credibile deve chiedere le dimissioni della senatrice Stefania Pezzopane e di tutti i parlamentari del Pd che hanno votato la fiducia al Decreto Sblocca Italia".

Lo afferma il vicepresidente regionale di Forza Italia e capogruppo al Comune dell'Aquila Guido Quintino Liris che aggiunge: "Gli abruzzesi e gli aquilani in modo particolare sono stufi di assistere a messe in scena ridicole da parte degli esponenti apicali della sinistra che, sulle piu' svariate situazioni, riescono ad essere 'di lotta e di governo'.

Legnini e D'Alfonso sono contro lo Sblocca Italia, la Pezzopane e gli altri parlamentari 'sinistri' abruzzesi votano e plaudono tale provvedimento. Prendiamo atto - prosegue l'esponente di Forza Italia - di come il Pd stia evolvendo rapidamente in negativo assumendo quanto di piu' negativo sia rappresentato oggi da Renzi: promesse, proclami, bugie.

La senatrice Pezzopane parla di quanto siano importanti i provvedimenti dello Sblocca Italia in particolare riguardo i 250 milioni per L'Aquila: e' vero sono importanti - dice Liris - ma non servono certo per la ricostruzione, bensi' per coprire le inefficienze amministrative della Giunta Cialente in merito alla mancata manutenzione di Progetti C.A.S.E. e Map.

Tra i provvedimenti c'e' anche l'obbligo per gli aquilani locatari di Progetti C.A.S.E. di pagare le utenze per metri quadrati e non per consumi reali: altro provvedimento che maschera la verita', cioe' la volonta' di risolvere il problema 'gestione utenze e consumi' delle C.A.S.E., dopo che per anni si e' scelto con lucida e colpevole consapevolezza di non affrontare una situazione che oggi e' diventata ingestibile.

E D'Alfonso - osserva Liris - continua a prendere in giro gli abruzzesi affermando il ricorso alla Corte Costituzionale? Lo aspettiamo, ma, per essere credibile, chieda le dimissioni di chi, esponente a Roma del suo stesso partito, non ha rappresentato le esigenze del territorio.

Altrimenti, prenda atto di non avere alcun peso nei confronti dei suoi parlamentari e si dimetta".


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