Scende la produzione dei rifiuti, ma servono le discariche

23 Dicembre 2008   13:15  

Scende in Abruzzo la produzione di rifiuti urbani e cresce la raccolta differenziata, ma se non si realizzeranno nuovi impianti, l'autosufficienza delle discariche attualmente in esercizio sul territorio regionale potrebbe esaurirsi entro un paio di anni. E' il quadro emerso dai dati della Sezione regionale del Catasto dei Rifiuti, che ha sede presso l'Agenzia Regionale per la Tutela dell'Ambiente (Arta) e, grazie al supporto dell'Osservatorio regionale dei rifiuti, raccoglie dal 2002 le informazioni relative alla produzione, gestione, smaltimento e recupero dei rifiuti, utili ad enti pubblici e utenti privati. Il rapporto annuale è stato illustrato oggi in conferenza stampa dal direttore generale Gaetano Basti e dal curatore, Marco Giansante. Nel 2007 la massa dei rifiuti urbani prodotta in Abruzzo ammonta a 700 mila tonnellate, mostrando un decremento dello 0,9% rispetto al 2006. Ad incidere sul calo è stata la provincia di Teramo, dove la produzione di pattume è scesa da 180 mila a 170 mila tonnellate annue, mentre nel pescarese, nel chietino e nell'aquilano è salita rispettivamente del 3,2%, dello 0,1% e del 2,80%. Stesso trend ha registrato la produzione regionale pro capite, scesa in un anno di quattro chilogrammi (da 534 nel 2006 a 530 nel 2007): nel teramano si è passati da 600 chilogrammi a 555, con una riduzione media di 45 chilogrammi per abitante all'anno; nelle altre province, invece, c'é stato un aumento, pari a 3,42 chilogrammi per Chieti, 16,36 per l'Aquila e 16,66 per Pescara.

In Abruzzo l'anno scorso la raccolta differenziata ha superato di poco 130 mila tonnellate, pari al 18,74% della produzione totale dei rifiuti urbani, con una crescita rispetto all'anno precedente di sette punti percentuali dall'11,2% del 2006. L'incremento rilevato, superiore a 55 mila tonnellate, non consente ancora di raggiungere l'obiettivo del 25% fissato per il 2001 a livello nazionale, quello del 35% per il 2006 e del 45% per il 2008. Siamo tra l'altro ancora lontani dal 40% previsto dal Piano regionale di gestione dei rifiuti per l'eventuale ricorso alla termovalorizzazione. Analizzando il dato per provincia, quella di Teramo è la più virtuosa, con il 29,7%, mentre quelle di Pescara e Chieti si attestano intorno al 19%; più indietro L'Aquila, con appena il 9,2%. Le discariche continuano ad essere la modalità di gestione dei rifiuti più utilizzata, in linea con il Sud Italia (in Puglia e Sicilia vi finisce il 90% dei rifiuti, mentre in Lombardia solo il 15%). Nel 2007 in Abruzzo la quota di rifiuti avviata allo smaltimento in discarica è stata 80,4%, pari a 556 mila tonnellate, mentre quella sottoposta a trattamento biologico per la produzione di compost è stata pari al 10% e il restante 9,6% degli scarti è stato recuperato come materia prima. Attualmente risultano funzionanti una discarica nel Pescarese (Spoltore, con 235 mila metri cubi residui), una in provincia di Teramo (Notaresco, con mille metri cubi residui), tre nel territorio teatino (Lanciano, Cupello e Chieti, per un totale di 817 mila metri cubi residui) e nove nell'Aquilano (Sulmona, con 300 mila metri cubi residui più 100 mila in altre piccole discariche). Complessivamente, al 31 agosto 2008, in Abruzzo si ha una volumetria residua pari a 1,5 milioni di metri cubi. Sono in attesa di autorizzazione due discariche in provincia di Pescara (Collecorvino e Pianella), per oltre 500 mila metri cubi, e sono previsti nel Piano regionale dei rifiuti ampliamenti per i siti di Lanciano, Chieti e Fara Filiorum Petri, che se realizzate in tempi brevi assicurerebbero tranquillità almeno per i prossimi anni, preoccupano le situazioni degli Ato aquilano e teramano: nel primo caso, conferire i rifiuti nella sola discarica di Sulmona non è conveniente dal punto di vista economico a causa della vastità del territorio (sono finora tramontati progetti di nuovi siti a Gioia dei Marsi, Avezzano e Capistrello); nel teramano, invece, la discarica di Notaresco è ormai giunta a saturazione, alcuni interventi di ampliamento attendono l'autorizzazione e nel frattempo non si prevede a breve l'entrata in funzione di nuovi siti.

 

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