Schiave del sesso nel teramano, sgominata banda internazionale

Ventisei arresti in tutta Italia, e anche i in provincia di Teramo, a Martinsicuro hanno sgominato un organizzazione gestita da uomini e donne di nazionalità nigeriana, dedita alla riduzione in schiavitù, immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione sequestro di persona, violenze sessuali aggravate.

L'indagine della procura distrettuale antimafia dell'Aquila condotta dal Ros, dei Carabinieri era partita nel dicembre 2008, grazie ad una denuncia di una delle vittime di una giovane cittadina nigeriana.

Le indagini per cui sono state decisive le intercettazioni telefoniche, le cui trascrizioni sono recuperate da un server rimasto sotto le macerie a seguito del sisma del sei aprile, hanno così consentito di sgominare un sodalizio transazionale articolato in cellule su base familiare, al cui vertice c'erano donne, dette madame. In particolare nelle province di Teramo ed Ascoli piceno sono state individuate tre cellule, due a Martinsicuro e una nella zona della bonifica del Tronto.

Le giovani donne erano reclutate in Nigeria, costrette, anche attraverso minacce alle rispettive famiglie, a sottoporsi a giuramento e anche a riti woodo, e a firmare un contratto, con il quale si impegnavano a restituire il debito di circa 60mila euro. Venivano dunque trasportate clandestinamente in Europa e anche in Italia, sulla costa teramana, Reggio Emilia, Foggia, Bari e Ascoli, dove venivano avviate con continue minacce ed intimidazioni alla prostituzione.

Le donne dovevano con i proventi della loro attività corrispondere poi agli sfruttatori le spese di vitto e alloggio, una tangente per il tratto di strada utilizzato, una quota per saldare il debito del contratto.

Documentate anche interruzioni di gravidanza coatte.

L'indagine ha infine accertato il coinvolgimento anche di italiani, nel ruolo di tassisti e di sentinelle nei luoghi della prostituzione. Due pregiudicati foggiani si occupavano poi della regolarizzazione del soggiorno per componenti della cellula, con falsi contratti di lavoro e matrimoni fittizi. Importanti per le indagini la collaborazione delle vittime, subito avvate delle diverse Ong operanti sul territorio.