Scontro in Regione. Chiodi ritira la delibera dello scippo

26 Maggio 2010   11:58  

Alla fine lo scippo non c'è stato. La lotta degli aquilani, ha evitato il peggio

Il 17 maggio l'apporovazione di Chiodi e della sua giunta di una delibera di variazione di bilancio, per complessivi 34 milioni di euro che ha inorridito gli aquilani. Bloccata. In extremis.

La delibera intitolata "interventi normativi e finanziari per l'anno 2010" prevedeva lo spostamento di fondi del terremoto pari 16,1 milioni di euro del co-finanziamento Docup 2000-2006 e 6,8 milioni provenienti da assicurazioni immobiliari, riscossi nell'area del cratere, in altri capitoli di spesa regionali.
Tutti da dirottare su trentina di capitoli di spesa: attività culturali e musicali, attività socio-assistenziali, interventi a favore dello sport, interventi per edifici di culto.
Tra i beneficiati il liceo musicale teramano Braga con 350 mila euro e il teatro Marrucino di Chieti.
La parte più rilevante invece riguardava 2 milioni e 250 mila per l'aeroporto di Pescara e soprattutto 13 milioni e 500mila per conguagli sul trasporto pubblico locale.
Delibera che, a quanto sembra, non è stata condivisa da nessuno se non da Chiodi e dall'assessore al bilancio Carlo Masci che l'ha proposta.
Delibera della vergogna l'hanno battezzata gli aquilani.

Gianni Chiodi però ha dovuto fare marcia indietro. Ora la delibera non arriverà mai al Consiglio e verrà modificata.

A bloccare il presidente c'è voluta la battaglia degli aquilani. La delibera è stata discussa in una riunione nella sede del consiglio regionale a Pescara.
Presenti i vertici: l'assessore regionale al Bilancio, Carlo Masci, il capogruppo del Popolo della libertà in consiglio regionale, Gianfranco Giuliante, il presidente della Commissione bilancio, Emilio Nasuti, e il vice presidente vicario del consiglio regionale, Giorgio De Matteis.

La riunione si è rivelata una bagarre. Un inferno per la maggioranza. Sono volati insulti, urla, minacce e accuse, dentro la maggioranza. Tutti gli aquilani compatti. Prima De Matteis poi Giuliante e Ricciuti.
A svelare la realtà dei fatti, nei giorni scorsi, era intervenuto il consigliere dell'Italia dei valori Cesare D'Alessandro, che aveva definito quella in via di approvazione "una legge pirata sulla pelle degli aquilani".

Ad attaccare, senza mezzi termini, è De Matteis "L'assessore Masci non può usare i soldi del terremoto per fare quello che vuole. Ma l'aspetto vergognoso è che lui di fronte all'evidenza continua a smentire: è inaccettabile".

Intanto dal fronte dell'opposizione si pensa ad un vero e proprio patto per l'Aquila, volto a scongiurare eventuali scippi di fondi. La proposta arriva dal vice presidente del consiglio regionale, Giovanni D'Amico, dal consigliere Giuseppe Di Pangrazio, con il supporto del parlamentare Giovanni Lolli e di Stefania Pezzopane, in qualità di responsabile nazionale del partito per la ricostruzione post-sisma.
Secondo i vertici del Pd, è fuori luogo che dei fondi arrivati all'Aquila vengano dispersi altrove. Non si tratta, quindi ai avversare questo o quell'ente a cui eventualmente dovevano essere dirottati i fondi. Si tratta di legittimità.
Per la Pezzopane "c'è conflitto di interessi nelle cariche del governatore, Gianni Chiodi, che allo stesso tempo è anche commissario per l'Emergenza sisma e per la Sanità, e ciò comporta delle difficoltà maggiori nella fase di gestione".

Per ora, comunque, il rischio èsventato. Bisognerà attendere i prossimi passi. Nel frattempo però il tremendo strappo all'interno della maggioranza è tutto da ricucire.


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