Un'operazione su vasta scala coinvolge 100 agenti e porta alla luce smartphone e droga tra i detenuti.
Una perquisizione a tappeto nel carcere di Sulmona ha portato al ritrovamento di ben 40 telefoni cellulari in possesso dei detenuti. L'operazione, condotta questa mattina, ha visto la partecipazione di circa 100 agenti di polizia penitenziaria, affiancati da unità cinofile, arrivati da varie regioni italiane per supportare l’intervento.
Durante il blitz, tutti gli ambienti del penitenziario sono stati setacciati, e gli agenti hanno scoperto e sequestrato gli smartphone, che erano stati abilmente nascosti all’interno delle celle. Oltre ai telefoni, sono stati trovati circa 100 grammi di hashish, parte dei quali in possesso di un detenuto, mentre il resto era nascosto nelle aree comuni.
Un problema crescente: l’allarme sui dispositivi illegali
L’operazione, guidata dal comandante di reparto Alessandra Costantini, ha riacceso i riflettori sull’introduzione illegale di dispositivi elettronici e sostanze stupefacenti all’interno delle strutture detentive. Solo nei primi mesi del 2024, nel carcere peligno sono stati trovati 110 telefoni cellulari, una situazione che ha sollevato preoccupazioni a livello nazionale.
Il penitenziario di Sulmona è finito recentemente sotto la lente di ingrandimento della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che sta indagando sulla possibile rete di contrabbando legata all'introduzione dei dispositivi. In risposta, il Ministero della Giustizia sta valutando l’installazione di sistemi di schermatura per impedire l’uso dei cellulari all’interno della struttura.
Il rischio sicurezza e il ruolo della tecnologia
I telefoni cellulari rappresentano un grave rischio per la sicurezza interna ed esterna dei penitenziari, in quanto possono essere utilizzati per mantenere contatti con l’esterno, coordinare attività illecite o minacciare vittime. Le misure di sicurezza tradizionali, come le perquisizioni, si stanno rivelando insufficienti contro una tecnologia sempre più avanzata e metodi di occultamento sofisticati.
L’operazione di Sulmona, pur avendo segnato un successo significativo, mette in evidenza la necessità di adottare soluzioni tecnologiche come il blocco delle frequenze e l’impiego di dispositivi di rilevamento specifici.
Con l’attenzione crescente delle istituzioni e delle autorità giudiziarie, il carcere di Sulmona diventa un simbolo della sfida nazionale contro l’introduzione illecita di telefoni e droga, una battaglia che richiede interventi sempre più strutturati e incisivi.