Scoperto traffico di droga da Milano in Abruzzo: guadagni da 60mila euro settimanali

14 Aprile 2025   11:50  

Un'organizzazione criminale gestiva un fiume di droga tra Milano e Fossacesia, con rifornimenti settimanali da 60mila euro e vendite tra cocaina e marijuana.

Un vasto traffico di droga tra Milano e l'Abruzzo è stato smascherato da una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia della procura lombarda. La rotta di approvvigionamento portava ingenti quantità di marijuana e altre sostanze stupefacenti a Fossacesia, una località della Costa dei Trabocchi. Qui, un operaio 31enne, originario di Guardiagrele, gestiva una piazza di spaccio che riforniva i consumatori locali. Ogni settimana, il traffico generava guadagni superiori ai 60.000 euro.

L'indagine ha portato all'emissione di un avviso di conclusione delle indagini per 57 persone, accusate di essere coinvolte in un'organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti. Tra gli indagati figura anche un 33enne di Lanciano, residente in Lombardia, che lavorava come chef de rang. Entrambi sono accusati di associazione finalizzata al traffico illecito di droga, un reato che comporta pene severe, fino a 10 anni di reclusione, senza considerare le singole cessioni di sostanze.

Secondo gli inquirenti, l'organizzazione si riforniva di cocaina, hashish e marijuana, acquistando enormi quantitativi di droga anche all'estero, per poi distribuirli sul mercato illegale. La banda operava principalmente tra Rozzano (Milano) e Chieti, ma gli affari non si limitavano a queste due aree. Il 31enne di Fossacesia, in particolare, era il punto di contatto per ricevere e distribuire la merce, effettuando consistenti pagamenti ai fornitori. Documenti bancari e intercettazioni telefoniche hanno confermato numerosi scambi di denaro, come quello avvenuto nel febbraio 2020, quando l'operaio ha versato 25.000 euro per un carico di droga, seguito da un altro pagamento di 20.000 euro pochi giorni dopo.

La strategia logistica dell'organizzazione era meticolosa. Veicoli noleggiati e intestati a prestanomi venivano utilizzati per trasportare e occultare la droga. Le abitazioni e box a Rozzano e Locate di Triulzi fungevano da depositi e punti di preparazione, e addirittura un'arma è stata trovata durante una perquisizione in uno di questi luoghi. L'organizzazione operava in modo estremamente sophisticato, con un sistema di comunicazione protetto tramite linee telefoniche intestate a terzi per evitare tracciamenti.

Nel frattempo, un luogotenente della banda si recava regolarmente a Fossacesia per recuperare i proventi delle vendite, alimentando ulteriormente il traffico di droga. Le indagini continuano, e gli avvocati dei due abruzzesi indagati hanno tempo per presentare le loro memorie difensive. La Direzione distrettuale antimafia deciderà se procedere con il rinvio a giudizio o archiviare il caso.


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