Scuole senza carta igienica, ma il Comune offre vin brulé

Polemica per la scelta dell'Amministrazione

15 Gennaio 2009   10:39  

È polemica a L'Aquila per la scelta dell'amministrazione comunale di offrire da bere agli avventori in occasione della manifestazione di Sant'Agnese.

A risentirsi pubblicamente della iniziativa, esprimendo se non altro comprensibile scetticismo nei confronti della scala di priorità individuata dalla giunta, che evidentemente antepone l'acquisto di oltre 250 litri di vino a quello di fondamentali strumenti per la didattica nelle scuole elementari di competenza, che spesso restano persino senza carta igienica per i bagni, due consiglieri comunali di maggioranza: Giuseppe Bernardi di Sinistra democratica e Franco Colonna della civica Impegno per L'Aquila.

Nella loro nota scrivono: "E’ inaccettabile che la situazione igienico sanitaria in alcune scuole dell’Aquila dipenda quasi esclusivamente dalle risorse economiche messe volontariamente a disposizione dai genitori degli alunni. Il materiale necessario per le pulizie di alcuni plessi scolastici è infatti scarso o del tutto insufficiente a garantire le minime condizioni igienico sanitarie, così i genitori sono costretti ad attuare delle vere e proprie collette per l’acquisto dei prodotti per l’igiene. La situazione, evidenziata più volte negli ultimi mesi al Settore Sociale del Comune dell’Aquila, è diventata insostenibile a tal punto che, a breve, alcune scuole saranno costrette a chiedere l’intervento della Asl per giudicare le condizioni igienico sanitarie in cui si svolge tutta la vita scolastica, correndo quindi il rischio di chiusura delle stesse. Riteniamo inammissibile, in un momento di grave difficoltà economica per le famiglie, gravare su di esse anche per garantire un diritto che chi di competenza non è capace di soddisfare, con l’aggravante che le risorse economiche per il settore sono aumentate grazie al contributo volontario del gettone di presenza di un consigliere comunale.

Quando poi si legge che l’amministrazione comunale può offrire ai cittadini un paio di bicchieri di vin brulé, ma non può acquistare i prodotti per il normale funzionamento delle scuole, allora qualcosa non funziona e la scala di priorità è quanto meno discutibile. Invitiamo il sindaco a rivedere sia i criteri di assegnazione delle (scarse) risorse comunali, sia il funzionamento di settori come il sociale e il diritto allo studio che sono nevralgici per la collettività".


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