Se il verde Abruzzo si colora di blues

26 Luglio 2006   12:29  
Abruzzo nel blues sta tracciando in queste notti d’estate un filo sottile attraverso l’oceano, teso tra le rive del Mississipi e le coste dell’Adriatico, tra i fumosi locali di Chicago e le osterie dei paesi di pietra stretti tra il mare e l’Appennino. La “musica del diavolo” pulsa ai piedi della Majella, rifugio millenario di eremiti e da cui partì per Roma Pietro da Morrone, il Papa del gran rifiuto. Le note lancinanti portate all’infinito dalle gibson flyng e le voci fangose delle vocalist nere echeggiano nell’anfiteatro di luce e roccia del Gran Sasso. Abruzzo nel blues è il primo festival blues italiano di dimensione regionale, organizzato dalle associazioni un Ponte sul blues di Lanciano e Il pane e le Rose di Campli. Dopo l´esordio il 23 luglio a Pescara con Sharon Lewis e Ronny Baker Brooks, Abruzzo nel Blues fa tappa in questi giorni a Lanciano con la chitarra swing di Enrico Crivellaro, di scena ieri, e con la voce calda ed ancestrale della grande Thornetta Davis, regina dei music club di Detroit, attesa per questa sera alle Torri montanare. Domani, sempre a Lanciano, sarà la volta di Billy Branch, forse il miglior armonicista blues vivente e coraggioso innovatore del Chicago Style. Poi il circo sonoro di Abruzzo nel blues si trasferirà, dal 28 al 30 luglio a Campli per il gran finale e una jam session con protagonisti molti dei musicisti che hanno preso parte al festival. "In questi giorni, dopo ogni tramonto – dichiara Maurizio Trevisan di Un ponte sul blues - assistiamo all’alba di un grande festival". "L´Abruzzo è terreno fertile per questo genere musicale - osserva Ugo Di Carlo del Pane e le Rose - ci sono tantissimi appassionati e altrettante blues band di ottimo livello, ma che purtroppo non hanno lo spazio e la considerazione che meritano" Abruzzo nel blues, per dar seguito a questa consapevolezza, organizzerà dal prossimo anno un grande concorso rivolto proprio alle band giovanili. In palio uno stage a Chicago, la patria del blues e dei mitici music club dove si sono formate generazioni di musicisti. Filippo Tronca

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