Ci vorranno almeno un paio d'anni per
il completo ripristino dei locali del Dipartimento provinciale
Arta (Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente)
dell'Aquila. I tempi sono stati stimati sulla base dei
sopralluoghi dei Vigili del Fuoco effettuati nello stabile di
via Nizza per verificare i danni provocati dal terremoto.
L'edificio a quattro piani, inaugurato nel novembre 2007 dopo
una lunga opera di ristrutturazione effettuata dalla Asl, e'
stato dichiarato inagibile a causa di alcune lesioni alle
strutture portanti. Si sta valutando se sia necessario
l'abbattimento dell'immobile, per ricostruirlo ex novo secondo
le nuove norme sulla sicurezza. L'incertezza sul futuro della
sede aquilana ha spinto la direzione generale dell'ente a non
adottare soluzioni tampone, intervenendo piuttosto per
garantire la ripresa della sua piena funzionalita'
nell'immediato. Grazie all'interessamento della Regione
Abruzzo, e' stata innanzitutto stipulata una convenzione con il
Consorzio di Ricerche Applicate alla Biotecnologia (Crab) di
Avezzano, dove e' stato parzialmente trasferito in comodato
gratuito il Settore Chimico. Il direttore generale Gaetano
Basti ha inoltre sottoscritto un contratto di affitto con la
Polven.re Srl per riaccorpare le attivita' della sede aquilana
dell'Arta nello stabilimento attualmente dismesso di Bazzano
(Paganica), in passato parzialmente adibito a laboratorio di
analisi chimiche e microbiologiche. Per affrontare gli impegni
straordinari dovuti al sisma, e' stato chiesto un contributo
straordinario al Ministero dell'Ambiente.
In questa difficile fase seguita al terremoto, il personale
aquilano dell'Arta, in parte trasferito temporaneamente in un
container accanto al Palazzo Combit della Regione Abruzzo, in
via Da Vinci, e in parte distribuito tra gli altri quattro
Dipartimenti provinciali di Pescara, Chieti, Teramo e Vasto-San
Salvo, ha comunque garantito l'attivita' istituzionale e
supportato la Protezione civile negli interventi di emergenza
ambientale-sanitaria correlati al terremoto. In particolare, ha
campionato e analizzato le acque potabili e gli alimenti
distribuiti nella tendopoli ed e' stata affiancata dall'Ispra
(Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
nell'individuazione dei siti di discarica-trattamento dei
rifiuti; nella verifica degli impianti di depurazione e
gestione dei rifiuti liquidi prodotti dai bagni chimici; nel
controllo delle aziende a rischio di incidente rilevante, delle
sorgenti radiogene e delle aree soggette a rischio
idrogeologico; nel monitoraggio dell'aria e dell'ambiente per
la rilevazione di fibre di amianto nei siti di deposito delle
macerie; nelle indagini ambientali sulle aree individuate per
la collocazione dei moduli abitativi.