Sequestrata la cava di inerti di Tempera. L'estrazione illegale sarebbe continuata per anni

19 Ottobre 2013   12:14  

"Lunedì scorso il Commissario Regionale per il riordino degli Usi Civici d’Abruzzi, dott.  Riccardo AUDINO, ha emesso un provvedimento di sequestro conservativo della cava di inerti ricadente sul demanio civico della frazione di Tempera, nella disponibilità della Soc. Inerti Aquilana r.l.; sequestro richiesto dal Comune di L’Aquila nella causa n.33/2013 dallo steso promossa".

Lo rende noto l'avvocato Francesco Saverio de Nardis che spiega.

"nel giudizio si è costituita l’Amministrazione Separata dei beni di Uso Civico di Tempera, nella persona del Presidente dott. Sergio Iovenitti (assistita dallo scrivente, che ha sostenuto la necessità del provvedimento cautelare), nonché la predetta Società, col patrocinio dell’Avv. Alessia De Ambrosiis, e la Regione Abruzzo, con l’Avvocatura erariale nella persona dell’Avv. Alessia Frattale.

L’intervento della Magistratura - presgue  Francesco Saverio de Nardissi è ritenuto necessario per porre un argine alla situazione di sfacciato abuso, connotato dal permanere in loco dell’attività estrattiva su ben 165.092 mq., pur a fronte della scadenza avvenuta da anni delle concessioni (prima concessione per 31.346 mq. scaduta in data 31.08.2009, seconda concessione per 133.746 mq. scaduta il m02.08.2010), con implicita contestazione della qualitas soli demaniale accertata con sentenza passata in cosa giudicata (n.3/1989) del dott. Ugo de Aloysio (ben noto Magistrato, che quale Commissario per il riordino degli Usi Civici d’Abruzzo tanto contribuì alla tutela dei diritti civici delle popolazioni Abruzzesi ed all’affermazione della valenza ambientale dei beni demaniali).

Il Commissario - prosegue l'avvocato- poi evidenzia che la Società abusiva occupatrice, per altro, si era resa responsabile di plurimi inadempimenti contrattuali sia in epoca anteriore, così come successiva alla scadenza dei contratti di concessione (mancato pagamento del dovuto alle scadenze, richiesta di applicazione di tariffe non dovute etc.), tanto che l’Amministrazione separata dei beni di uso civico di Tempera aveva contestato la stipula della seconda concessione (nel 2005) in tale situazione e senza che nel nuovo contratto fossero inserite idonee clausole di salvaguardia e tutela.

Per qualche ignota ragione-spiega ancora l’avvocato De Nardis- il Comune aveva disatteso le doglianze dei rappresentanti del Popolo di Tempera e con una certa indolenza tollerato, almeno fino al ricorso introduttivo del giudizio di cui si tratta, la continua, quotidiana, spoliazione del patrimonio civico dopo le cennate scadenze.

Del pari inerte era rimasto il Comune, la Regione e le altre amministrazioni interessate, alle richieste di intervento avanzate dall’Amministrazione separata anche in ordine alla verifica della regolarità delle operazioni di escavazione nel rispetto del piano cava (per altro la Regione Abruzzo dopo aver proceduto al rilascio delle specifiche autorizzazione non è in grado di procedere a controlli sul rispetto delle stesse e, quindi, tutto e rimesso, in ordine allo stato dello sfruttamento e del ripristino, alle perizie fatte elaborare dai cavatori ai propri tecnici di fiducia). 

Per altro alla richiesta di sequestro si è giunti, come ultima ratio, dopo che ogni ipotesi di definizione della vicenda formulata dal Comune all’Inerti Aquilana era caduta nel vuoto; essendo la P.A. ben conscia delle conseguenze derivanti dalla chiusura di un’attività estrattiva.

Di conseguenza per porre un freno all’abusiva permanenza in loco dell’Inerti Aquilana e tutelare i beni della collettività di Tempera è dovuto intervenire con il giusto rigore il Giudice demaniale, con il sequestro di cui in epigrafe.

Il sequestro -secondo l’avvocato De Nardis- darà anche modo di verificare liberamente e senza ostacoli di sorta lo stato dell’attività estrattiva, il rispetto delle convenzioni, la quantità del materiale effettivamente estratto, la presenza di eventuali anomalie etc. etc..

Si confida -conlude l'avvocato de Nardis- che il Comune di L’Aquila, dopo anni di inerzia e eccessiva tolleranza, ricominci ad amministrare il vastissimo demanio civico di cui è titolare nel pieno rispetto delle norme in materia, adibendo idoneo ed efficiente personale al controllo effettivo del territorio, oltre che amministrativo-burocratico, e delle numerose cave ivi insistenti, conclude il legale".

 

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