"Si poteva prevenire la morte della piccola Elena"

Interviene il centro "don Silvio De Annuntiis" di Pineto (Te)

25 Maggio 2011   16:18  

Occorre fare di più per prevenire gli incidenti che colpiscono i bambini
Nella giornata dei funerali di Elena, il Centro Studi sull'Infanzia di Scerne propone una nuova strategia per proteggere i bambini dagli incidenti

Il Centro Studi sull'Infanzia e l'Adolescenza "don Silvio De Annuntiis" di Scerne di Pineto, struttura di formazione e ricerca per la tutela dei bambini, nel giorno dei funerali della piccola Elena, intende rilanciare, con questa nota, la promozione di adeguate politiche di protezione dei bambini anche per gli incidenti involontari.

Alla luce di quanto riportato dalla stampa e per inquadrare in un giusto ambito scientifico quanto occorso alla piccola Elena, occorre ricordare che il fenomeno delle morti e dei danni alla salute prodotti nei bambini dimenticati o lasciati nell'automobile dall'ipertermia non è un caso isolato, frutto di una tragedia familiare, ma un ricorrente problema di cui si sono occupati l'Organizzazione Mondiale della Sanità e diversi governi.

Fra il 1998 ed il 2010, nei soli Stati Uniti d'America, sono state registrate dal Dipartimento di stato 497 morti di bambini per ipertermia, in quanto lasciati o dimenticati nell'automobile, con una media di 38 casi l'anno. Solo il 17% di questi bambini sono stati lasciati intenzionalmente in auto. Il 51% sono stati invece dimenticati dai genitori. Nel 2011 sono già stati registrati altri 6 casi. La morte è dovuta alle altissime temperature che si raggiungono dentro l'abitacolo nell'arco di poche ore.

In Italia mancano, purtroppo, sistemi di rilevazione della casistica. Tuttavia, nelle testimonianze di medici e pediatri, i casi di bambini andati in ipertermia in quanto lasciati in automobile sono numerosi. La recrudescenza del fenomeno si ha soprattutto nei periodi più caldi, mentre nei periodi freddi la morte dei bambini lasciati in auto si può avere anche per altre cause (cadute, ipotermia, etc.).

Di fronte a tale fenomeno occorre avere un atteggiamento illuminato e non di ricerca della colpevolizzazione a tutti i costi, specie laddove tali incidenti si siano verificati in modo inintenzionale.

Al contrario, il nostro Paese dovrebbe investire di più sulla prevenzione di tali incidenti attraverso un'apposita legge e con specifiche azioni, come è già stato fatto in 31 Stati americani. Infatti, il bambino dimenticato in auto è una tipologia di incidente che può essere prevenuta attraverso:
- un sistema di promemoria utile a segnalare al genitore la presenza del bambino in auto (portachiavi intelligenti, peluche da posizionare sul seggiolino e da collocare al posto anteriore vicino al guidatore quando il seggiolino è occupato dal bambino, etc.);
- l'installazione obbligatoria di sensori sui seggiolini che suonano l'allarme alla chiusura dei sportelli dall'esterno, qualora occupati dai bambini;
- la ridefinizione di norme del codice della strada sul posizionamento dei seggiolini di protezione.

E' stato statisticamente provato che, dopo l'introduzione degli airbag e la sistemazione dei bambini nei sedili posteriori, tale numero di bambini morti per ipertermia è notevolmente aumentato in quanto il genitore, non vedendo direttamente il bambino, dimentica più facilmente la sua presenza. Accorgimenti che segnalino la presenza del bambino sono fondamentali per mettere in sicurezza i piccoli, anche dai vuoti di memoria che potrebbero colpire l'adulto che li trasporta.

"Il ricordo di Elena, in questo triste giorno per tutti, deve, dunque, servire per far sì che la prevenzione di tale tipo di incidente possa essere effettuata con idonei dispositivi legislativi e interventi adeguati – ha dichiarato Andrea Bollini, direttore del Centro di Scerne - . Il Centro Studi sta avviando l'attivazione di uno specifico Dipartimento di Studi sugli Incidenti che colpiscono i bambini per la prevenzione degli incidenti che producono la morte o danni irreversibili alla salute di centinaia di minori ogni anno in Italia".

Il Centro Studi Sociali sull'Infanzia e l'Adolescenza è una struttura per la ricerca, la formazione, la progettazione sociale, realizzata dall'Associazione "Focolare Maria Regina onlus. Dall'anno 2004 a tutt'oggi, ha svolto, annualmente, un'intensa attività di formazione e di progettazione, quali i convegni annuali, i corsi di formazione per operatori di contrasto alla violenza, convegni, workshop e seminari in materia sociale, corsi di formazione per gruppi svantaggiati, collaborazione come partner a progetti europei. Sono stati formati oltre 1000 operatori del settore sociale, sanitario, educativo, legale con corsi in sedi di enti pubblici e privati e, soprattutto, nella sede operativa di Scerne di Pineto.


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