Siria, Di Maio: "Condanna unanime dell'Ue ad Ankara". l'Italia blocca l'export delle armi in Turchia

15 Ottobre 2019   10:45  

Un Consiglio degli Esteri "molto importante in cui la richiesta dell'Italia era a tutti gli Stati europei nel futuro a bloccare l'export per gli armamenti verso la Turchia, perché non possiamo accettare quello che sta facendo. L'Europa oggi parla con una voce e tutti gli Stati condannano quello che la Turchia sta facendo nel territorio siriano e soprattutto si sono impegnati tutti a bloccare l'export degli armamenti".

Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a margine del Consiglio Esteri dell'Ue a Lussemburgo.

Il messaggio condiviso con il ministro degli Esteri francesi "Italia e Francia sollecitano la Turchia a cessare subito le operazioni militari nel nord est della Siria, condannandole. E' cruciale che l'Ue mantenga una posizione unita sulla Siria e parli con una voce sola".

In mattinata il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e il suo omologo francese, Jean-Yves Le Drian, hanno condiviso il messaggio in una bilaterale prima dell'inizio del Consiglio.

"L'operazione turca - hanno dichiarato - rischia di mettere a repentaglio i progressi raggiunti dalla coalizione nella lotta per sconfiggere Daesh, alla quale l'Italia ha partecipato attivamente. Inoltre mina ulteriormente una soluzione politica alla crisi, aggravando le sofferenze della popolazione civile e mette a rischio il risultato ottenuto in campo umanitario nel nord est, hanno convenuto i ministri, secondo le fonti ufficiali". 

"Italia e Francia restano convinte che non ci sia alternativa ad una soluzione politica in Siria".

Italia blocca export armi alla Turchia Nelle prossime ore l'Italia varerà un decreto ministeriale "che devo firmare come ministro degli Esteri" per bloccare "l'export di armamenti verso la Turchia per tutto quello che riguarda il futuro dei prossimi contratti e dei prossimi impegni", ha poi annunciato Di Maio a margine del Consiglio.   

"Non importa portare" l'iniziativa dell'embargo sugli armamenti alla Turchia in Parlamento perché "per le nostre regole si tratta di un decreto ministeriale, come quello che abbiamo firmato sui rimpatri" della settimana scorsa.


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