Soldi agli autoporti di Roseto e Castellalto, la Cna, la Regione chiarisca il loro futuro

23 Settembre 2014   12:58  

Non saremo certo noi a contestare investimenti destinati al nostro territorio. Ma la vicenda degli autoporti abruzzesi abbandonati a se stessi è talmente clamorosa, da richiedere un pronunciamento definitivo sul loro futuro da parte del loro proprietario, la Regione.

Lo afferma il direttore della Cna teramana, Gloriano Lanciotti, in relazione all’annunciato investimento di due milioni e 700mila euro, da parte della Provincia, sulle due strutture di Roseto e Castellalto: un investimento deciso all’inizio dello scorso mese di luglio, attraverso l’approvazione di un progetto preliminare per “l’adeguamento sismico e la messa in funzione dell’autoporto di Roseto e di Castellalto”.

A parte l’adeguamento alle norme anti-sismiche, alcuni degli interventi proposti – osserva così Lanciotti – riguardano opere collegate al degrado che le due strutture hanno subito negli anni a causa del loro mancato utilizzo, o a usi impropri documentati, se non messi direttamente alla berlina, su quotidiani, tv, social network.

Ciò riguarda soprattutto Roseto, dove si prevede di intervenire, con la quasi totalità della somma messa a disposizione, secondo quanto recita la stessa delibera della Provincia, per “impermeabilizzazione dei solai di copertura, la riparazione di elementi danneggiati, adeguamento dell’impianto antincendio già esistente, l’integrazione del sistema di raccolta delle acque piovane, la sistemazione dei piazzali, la riparazione dei recinzioni danneggiate”.

Ed è proprio da questo quadro allarmante, a detta del direttore della Cna provinciale, che nasce la richiesta alla Regione, proprietaria degli autoporti, di far chiarezza in modo definitivo sul loro destino, a Teramo e nel resto dell’Abruzzo, viste le condizioni non troppo dissimili in cui versano le analoghe strutture della Marsica e di San Salvo, anche loro additate come monumenti agli sprechi. In sostanza, dice Lanciotti, con le nuove risorse devono anche essere indicate le tappe che dovranno portare all’apertura degli autoporti e alla loro gestione, che da sempre rappresenta lo scoglio più difficile da superare.

Perché fuori da questa chiarezza, conclude, «si rischia solo di gettare altri soldi in un pozzo senza fondo».


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