Spending review: a casa 100mila dipendenti pubblici, scure su poltrone e dirigenti

02 Luglio 2012   11:29  

L'Italia si appresta a mettere mano seppur timidamente ad una delle sue anomalie e punti di debolezza: l'abnorme e non più sostenibile numero dei dipendenti pubblici che sono quasi 3 milioni e mezzo, ciascuno dei quali costa ad ogni cittadino itlaiano 2.849 euro, contro i 2.830 euro in Germania, i 2.436 euro pro-capite in Grecia, i 2.708 euro della Spagna. 

Il governo, nell'ambito della cosiddetta spending review annuncia infatti di tagliare di diecimila posti entro l'anno e 80-90 mila entro il 2014. 

In totale, nell'arco di tre anni il taglio sarà di 100 mila dipendenti, in particolare è prevista una riduzione del 10% per i dipendenti ministeriali (circa 180 mila). Gli esuberi saranno gesti con il collocamento in mobilità ed il pensionamento.

Altra ottima notizia è la prevista riduzione delle piante organiche pari al 20% per i dirigenti, un vero e proprio esercito, in buona parte inutile.

A salvarsi da questa stretta dovrebbero essere gli insegnanti. L'unica misura restrittivadovrebbe riguardare i quasi 1.500 docenti all'estero: un nucleo che verrebbe significativamente ridotto di numero (di almeno un terzo). 

Si intende poi ridurre del 50% delle auto blu, porre il tetto di tre persone nei consigli di amministrazione nelle società controllate da Stato ed enti locali ma non quotate, prevista la stretta sulle consulenze introducendo la proibizione di assegnazione di incarichi ad ex dipendenti.

Un'altra misura ormai certa che contribuirà al taglio della spesa pubblica è quella sui buoni pasto. I ticket verrebbero allineati a 7 euro in tutte le amministrazioni centrali, gli enti pubblici non economici e (con un meccanismo di raccordo) nelle regioni e negli enti locali. 

L'Unione delle province italiane (per altro in odore di tagli e forti accorpamenti) ha segnalato al governo una sorta di «autoriforma» che «garantirà allo Stato 5 miliardi di risparmi» derivanti dalla riduzione delle Province, l'istituzione delle città metropolitane e la riorganizzazione degli uffici territoriali dello Stato». L'Upi ha calcolato che sono ben 3.127 le società, i consorzi ed enti vari - «buona parte delle quali create dal nulla solo per spartire poltrone e gestire potere» - che costano 7 miliardi di euro l'anno 2 dei quali per i consigli di amministrazione.

Prevista una stretta su permessi e dei famigerati distacchi sindacali. Ricorda Rizzo sul Corriere della Sera: ''rielaborando i dati della Funzione pubblica, la Corte dei conti giunge a questa conclusione: «la fruizione di aspettative retribuite, permessi, permessi cumulabili e distacchi relativamente al 2010 può essere stimata come l'equivalente all'assenza dal servizio per un intero anno lavorativo di 4.569 unità, pari a un dipendente ogni 550 in servizio». Con un costo «a carico dell'erario» pari a 151 milioni. E «al netto degli oneri riflessi».

Anche per questo la Uil di Angeletti annuncia barricate contro l'epocale riforma. 

 


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