Stefania Pezzopane, appello europee, i 10 punti del pd per l'Europa

22 Maggio 2014   13:20  

Il 25 maggio si vota per il rinnovo del Parlamento Europeo. Gli italiani, in quanto cittadini europei,  sono chiamati ad una vera e propria missione di rinnovamento per il salvataggio di una delle conquiste più' importanti della nostra storia recente. Spesso sentiamo dire che l'Europa non è altro che una struttura tecnocratica, che produce norme asettiche, dominate da pure esigenze economiche. Questa percezione è figlia dell'assenza di una visione politica. Eppure l'Europa è nata per una ragione politica straordinaria e profonda: quella di consentire ad un continente, che per secoli è stato dilaniato e insanguinato da conflitti e guerre continue, di riconoscere gli elementi di unione e di diventare un grande spazio di pace, di benessere e di sviluppo. L'Europa può tornare ad essere un grande sogno, una grande speranza concreta, se oltre ad essere un livello istituzionale torna ad essere un progetto, un'idea, una comunità. L'intuizione di Spinelli ha avuto successo quando è stata declinata in progetti che avevano al centro le persone e le comunità.

Noi del PD abbiamo indicato in 10 punti la nostra idea di Europa:

1. L'Europa delle persone, delle opportunità e non solo delle direttive.

Abbiamo bisogno di un'Europa che finalmente dìa reali opportunità di lavoro a quella generazione Erasmus che ha contribuito a formare attraverso maggiori investimenti sui programmi europei. Sono proprio i giovani europei la vera scommessa: a loro il compito di mettere a servizio dell' Europa le competenze acquisite nella formazione per migliorarne il sistema e la sua coesione.

2. Infrastrutture, corridoi di comunicazione e logistica

è necessario facilitare la libera circolazione delle persone e delle merci in un'ottica di sviluppo sostenibile. Il modello è quello del progetto "vento". Non solo mobilità dolce, ma aperture anche al turismo sostenibile.

3. Nuovi saperi, capitale umano, formazione europea, cultura europea.

"Nato in Italia, cresciuto in Europa": questo dovrebbe essere il mantra per i nostri ragazzi affinché acquistino piena consapevolezza di essere cittadini europei. Per fare questo la scuola ha un compito fondamentale che non può essere solamente quello di agevolare i percorsi di scambio culturale o di fornire informazioni su come muoversi in Europa (cv europeo, certificazioni internazionali...). La vera sfida è quella di una scuola che sia sempre più europea, a partire dalla didattica e dalle nuove tecnologie che devono ormai andare di pari passo.

4. Impresa innovativa, ricerca, green economy, innovazione

La scelta di riportare il peso della manifattura al 20 % del PIL deve essere perseguita con convinzione dalla nuova Commissione e dal nuovo Parlamento. Riscoprire le capacità di fare impresa anche delle nuove generazioni è la prospettiva per garantire il presente e per avere un futuro qualitativamente competitivo con gli altri continenti, preservando al contempo il nostro ambiente, la nostra cultura, i nostri saperi.

5. L'Europa ha una sua velocità che non deve essere dettata solo dal PIL, dalla crescita e dal rispetto dei parametri dei trattati.

C'è bisogno:

- di rilanciare e reinventare un modello economico, civile e politico, basato sul welfare, sull' impegno per la tutela della dignità della persona,

- di una politica tesa a ridurre sotto le soglie minime la disoccupazione, la povertà, i disagi abitativi;

- di elaborare un pensiero politico che affronti con coraggio i problemi della società, con un progetto fondato sulla solidarietà e sulla qualità della vita.

6. Una politica estera non dei singoli stati ma dell'Europa nei processi di pace e di sviluppo.

E' necessario riaffermare che alla base del progetto originario di Europa vi era una nuova prospettiva della costruzione europea: la valorizzazione delle diversità, il riconoscimento e il supporto allo sviluppo delle molteplici identità individuali e collettive. L' Unione Europea, fin dagli inizi, si è definita come un progetto e non come territorio, si è posta come identità politica e non geografica. Tutto questo si potenzia anche costruendo e valorizzando ampie reti di cooperazione e di integrazione.

7. L'Europa delle autonomie (gli Stati Uniti d'Europa) come traguardo favorirebbero processi di riordino istituzionale in termini di macro regioni e aggregazione dei municipi.

Le macroregioni rappresentano uno strumento forte e utile per rafforzare la coesione europea e costituiscono un passo importante verso la costituzione degli Stati Uniti d'Europa. A tal fine le politiche per la valorizzazione di territori omogenei, come la macroregione alpina e quella adriatico-ionica, favorirebbero l'assunzione di tutti gli strumenti economico-finanziari, infrastrutturali, energetici, ambientali, turistici e culturali, volti a promuovere in modo coordinato e innovativo strategie di cooperazione territoriale tra diverse comunità, con l'obiettivo di uno sviluppo integrato, equilibrato e sostenibile.

8. Un’unica politica energetica per rendere autonoma e forte la comunità degli stati.

Dobbiamo puntare ad una vera unione energetica che metta al centro sicurezza degli approvvigionamenti, concorrenza, drastica riduzione delle emissioni climalteranti e sviluppo dell'efficienza energetica e delle rinnovabili con investimenti sulle reti intelligenti, sulla ricerca, sulle nuove tecnologie.

9. La vera malata d'Europa è l'agricoltura sempre più messa in mezzo dalle invasioni della globalizzazione senza una protezione né della produzione né dei prodotti.

Serve un salto di qualità culturale per riportare la produzione agricola ad essere un valore aggiunto per le comunità e non soltanto un fattore commerciale. L’agricoltura europea deve continuare a essere promotrice della qualità e della tipicità dei nostri prodotti. Garantire a tutta la popolazione cibi sani e di qualità per migliorare la qualità della nostra vita: questo avviene tramite una continua trasparenza nell’etichettatura dei prodotti.

10. Europa centro della cultura e del turismo.

L’Europa deve riconoscere la "cultura" come protagonista in una nuova programmazione dei fondi strutturali, identificando il patrimonio culturale, materiale ed immateriale, come fondamento stesso del suo essere. La cultura è valore intrinseco e fattore economico, efficace strumento di dialogo e di coesione sociale e, nello stesso tempo, fattore di competitività e di innovazione in vista di un futuro che tenga conto di storia, tradizione e visione politica per una crescita “intelligente, inclusiva e sostenibile”. Lo sviluppo del turismo culturale, la valorizzazione del patrimonio e dell'economia dei territori sono assi sui quali bisogna investire con una più forte alleanza tra gli stati membri, in modo tale da rendere la cultura volano per l'economia e per la crescita.

Per tutto questo il 25 maggio è IMPORTANTE ANDARE A VOTARE E VOTARE PD.

Io sosterrò PINA PICIERNO, GIOSI FERRANDINO e GIANNI PITTELLA. Per restituire l’idea di un’Europa che rimetta al centro le persone e i loro bisogni.


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