Strage di Viareggio, a dieci anni arriva sentenza d'Appello, e condanne

21 Giugno 2019   09:26  

Sette anni di reclusione per Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana ed ex ad di Fs, e sei anni per Michele Mario Elia, ex ad Rfi, e Vincenzo Soprano, ex ad Trenitalia. A una manciata di giorni dal decimo anniversario dalla strage di Viareggio del 29 giugno 2009 arrivano le condanne della Corte d'Appello di Firenze per la tragedia. Otto anni e otto mesi di reclusione per Rainer Kogelheid, ad di Gatx Rail Austria, e Peter Linowski, ad di Gatx Rail Germania.

"Nessun commento" da parte dell'avvocato Armando D'Apote a nome del suo assistito Moretti. "Ci sono temi giuridici che la Corte d'Appello ha risolto in maniera difforme rispetto a quanto da noi prospettato e quindi ci sono i motivi per ricorrere in Cassazione" ha detto l'avvocato Alfonso Maria Stile, difensore di Michele Mario Elia, ex ad Rfi. "Vedremo cosa dirà la Cassazione" sostiene anche l'avvocato Alberto Mittone, difensore di Vincenzo Soprano.

"Siamo soddisfatti per la sentenza di oggi, non abbiamo lottato per niente" hanno detto i parenti delle 32 vittime, riuniti nell'associazione 'Il mondo che vorrei'. "Ora in galera qualcuno ci va davvero, non se la cavano più soltanto con i risarcimenti. Adesso aspettiamo la Cassazione per mettere la parola fine. Non ci ridaranno i nostri morti però, sono stati dieci anni terribili". La lettura della sentenza è stata accolta con commozione e lacrime dai familiari delle vittime che hanno assistito alla lettura in aula, chiedendo "giustizia da dieci anni".
Al termine della sentenza in molti hanno pianto: tra loro Daniela Rombi, che nell'incidente ha perso la figlia Emanuela, e che è stata la fondatrice dell'associazione. "Oggi finalmente sono più serena. Questa sentenza è un incoraggiamento a tutti i cittadini, la verità prima o poi esce fuori, ed oggi è accaduto", ha detto Rombi. Marco Piagentini, uomo simbolo della strage ferroviaria, che reca sul volto i segni del tragico incidente, dove ha perso la moglie e figli, provato e emozionato, si è limitato a poche parole uscendo dal palazzo di giustizia: "I fatti sono evidenti, sotto gli occhi di tutti".
 
Confermata l'assoluzione per la holding Fs e per Fs Logistica nel processo di appello per la strage ferroviaria di Viareggio per i reati in materia di normativa sul lavoro. La Corte d'Appello di Firenze, nell'ambito del processo per la strage ferroviaria di Viareggio, ha assolto cinque ex dirigenti di Rfi: Giovanni Costa, Giorgio Di Marco, Giulio Margarita, Alvaro Fumi e Enzo Marzilli. In primo grado erano stati condannati a pene tra sei anni e sei anni e mezzo. La Procura aveva chiesto la conferma delle condanne. Confermate anche le condanne nei confronti di 6 altri imputati tedeschi e austriaci, amministratori e tecnici di Gatx Rail Austria, la società titolare del carro che sviò e prese fuoco, e delle Officine Jugenthal di Hannover, dove fu fatta la manutenzione dell'asse del vagone spezzatosi prima dell'incidente, con pene che vanno da 6 anni e 10 mesi a 8 anni e 6 mesi, scontate di 6 mesi rispetto al primo grado per la prescrizione scattata nel maggio 2018 per i reati di incendio colposo e lesioni personali colpose. Owe Könnecke, capo delle Officine Jugenthal, è stato assolto in appello, mentre in primo grado era stato condannato a 9 anni.

E' il 29 giugno 2009 quando un treno merci carico di Gpl esplode nella stazione di Viareggio, causando la morte di 11 persone e quella successiva, per ustioni, di altre 21. Tutto accade poco prima di mezzanotte, quando il treno merci 50325 Trecate-Gricignano, con il suo convoglio di 14 carri cisterna contenenti gas propano liquido, mentre viaggia a circa 90 km orari, deraglia per cause legate al cedimento del carrello del primo carro cisterna, che trascina fuori dai binari altri quattro carri. Solo dal primo carro, la cui cisterna viene perforata da un picchetto di tracciamento curva posizionato lungo la massicciata, fuoriesce il gas gpl che al contatto con l'ossigeno e alla prima possibilità d'innesco s'incendia. I danni sono immediati e 11 persone muoiono in pochi minuti, investite dalle fiamme o travolte dal crollo degli edifici; altre due persone rimangono stroncate da infarto e decine ferite: di esse molte rimangono gravemente ustionate, e la maggior parte muore, anche a distanza di diverse settimane dall'evento. I due macchinisti rimangono indenni: dopo aver dato frenatura al convoglio si mettono in salvo dietro ad un muro che li protegge dalla fiammata del gas innescato. Il deragliamento si verifica in corrispondenza del sovrappasso pedonale che scavalca il fascio binari sud della stazione ferroviaria, collegando via Burlamacchi con via Ponchielli. Il gas sembra essersi propagato in direzione di quest'ultima via, nella cui area si registra infatti il maggior numero di vittime, feriti e di edifici crollati o danneggiati. Alcune abitazioni vengono poi abbattute su ordinanza delle autorità comunali perché non più agibili o per costi di riparazione superiori ad una ricostruzione ex novo. Nei giorni successivi viene inoltre abbattuto anche lo storico sovrappasso per i gravi danni strutturali riportati nell'esplosione.

Il processo di primo grado, a Lucca, si conclude il 31 gennaio 2017 con la condanna di 23 imputati, accusati a vario titolo di disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni personali, e l'assoluzione di 10 imputati. Mauro Moretti viene condannato a 7 anni di carcere nella veste di ex amministratore delegato per Rete Ferroviaria Italiana. Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia, viene condannato a 7 anni e 6 mesi, come Michele Mario Elia in qualità di ex ad di Rete ferroviaria italiana. Le pene più pesanti vengono inflitte ai responsabili della tedesca Gatx Rail, che ha affittato a Fs i carri cisterna: nove anni e mezzo a Rainer Kogelheide, amministratore della società e a Peter Linowski, responsabile sistemi manutenzione. Ora le condanne in appello.

 

 

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