Mille manifestanti hanno protestato per chiedere aule temporanee e soluzioni definitive dopo il sequestro della storica sede del Convitto e Liceo classico Delfico.
Sotto una pioggia battente, circa mille persone si sono radunate per manifestare il loro disagio dopo che la loro scuola, il Convitto e Liceo Classico Delfico, è stata sequestrata per motivi di sicurezza. Studenti, genitori, insegnanti e personale scolastico hanno chiesto con forza soluzioni immediate, rifiutando qualsiasi forma di "soluzioni tampone" o "spezzatino". È un diritto fondamentale avere accesso a un’istruzione sicura e funzionante.
Durante la manifestazione, gli slogan esposti su striscioni esprimevano il loro forte attaccamento alla scuola: "Scuola sì ma non così", "Il Delfico non può morire" e "Senza scuola nessun domani, il sapere non si sequestra". La folla ha cantato il brano "Il Delfico non può morire", scritto dall'insegnante Simonetta Sacripanti, il cui testo descrive la sofferenza e il senso di smarrimento provocato dalla chiusura dell'istituto. Tra le parole del testo, si evocano "sequestro di sogni" e "anime che vagano per le strade di una città che sta morendo", sottolineando il valore che il Delfico ha per la comunità.
Al momento, sono stati individuati alcuni spazi temporanei per ospitare le lezioni, ma i dubbi riguardano la gestione a lungo termine delle strutture. La manifestazione ha poi trovato riparo sotto un tendone che accoglierà il XXIX Premio Di Venanzo, continuando così il dibattito sulla necessità di garantire un’istruzione adeguata e stabile per tutti gli studenti. La situazione ha destato anche l'attenzione di numerose istituzioni locali, che si sono dette pronte a collaborare per trovare soluzioni efficaci e durature. La comunità si è unita per chiedere un intervento immediato, affinché il Delfico continui a brillare come un faro di cultura e conoscenza.