Sulmona: alto rischio sismico, e molti edifici non sicuri

Progetto M6.5

07 Novembre 2010   23:10  

"Nei prossimi dieci anni potrebbe esserci in città un terremoto di magnitudo 5.5 o superiore. L'eventualità si attesta su una probabilità del 15%, che scende al 5 per i futuri 5 anni".

È il risultato di uno dello studio Nuovo progetto S2, sulla pericolosità sismica della conca peligna, realizzato dall'Ingv, in collaborazione con il Politecnico di Milano. E la rivelazione sulla casistica è arrivata a sorpresa ieri nel corso del partecipato convegno, al cinema Pacifico (foto), di Progetto M6.5, nato sulla spinta di alcuni cittadini per diffondere la cultura della prevenzione sismica.

A rivelare la probabilità di un futuro terremoto è stato Warner Marzocchi dell'Ingv, che ha anche aggiunto: "la sismologia è una scienza nuova e non consente previsioni certe, ma solo probabilistiche".
Tecnici ed esperti, quindi, dopo il terremoto dell'Aquila provano a spingersi oltre l'assenso dell'imprevedibilità dei terremoti, e lo fanno attraverso diversi modelli di studio, comparati anche con paesi esteri, per trovare il più attendibile.

"Qui c'è una sismicità storica incompleta - ha aggiunto Marzocchi - ma sappiamo che i terremoti ci sono sempre stati e sempre ci saranno. In passato anche di magnitudo 10. Per questo la mappa della pericolosità di un territorio serve a dettare le norme agli ingegneri per costruire le vostre case e i vostri edifici sicuri".

"Grazie a dati Istat presi in esame siamo riusciti a studiare le conseguenze di un eventuale terremoto caratteristico sulla città – ha aggiunto Konstantino Demartinos del Politecnico di Milano, facendo salire la preoccupazione in sala - su 3454 edifici presi in esame, 1228 in cemento armato e 2226 in muratura i danni maggiori si registrerebbero in centro storico e nella parte nord (vicino la villa comunale), dove ci sono case antiche, col 25 per cento di edifici inagibili in muratura (il 10 per quelli in cemento), l'11% sarebbe sfollato e il 7 vittime o feriti".

"Bisogna sapere che la metà degli edifici italiani non è costruita a norma sismica – ha sottolineato Mauro Dolce, del Dipartimento di Protezione civile - bisognerebbe quindi punire chi costruisce male e non incentivare chi costruisce bene, perché dovrebbe essere una cosa assodata".
Le conclusioni sono state affidate a Carlo Fontana e Giuseppe Consorte, fra i promotori del Progetto M6.5, che hanno voluto organizzare questo convegno in memoria del 3 novembre 1706, quando un terremoto distrusse città e dintorni. E proprio per evitare altre sciagure il Gruppo promotore del progetto si propone, dal basso, di diffondere la cultura della prevenzione.

"La scienza ha fatto tanti progressi, ma noi continuiamo a giocare alla roulette del terremoto – ha detto Fontana - non facendo nulla per migliorare la nostra sicurezza e rischiando ogni giorno di perdere vite e bellezze architettoniche. È arrivato il momento di cambiare e la nostra generazione è la prima che può farlo, grazie ad una nuova consapevolezza. Perciò mettiamoci assieme e facciamo girare la ruota della prevenzione".

"E' più possibile farlo di quanto crediate – è intervenuto Consorte – bisogna però mettersi in rete e reperire come territorio tutta una serie di risorse che sono disponibili. Fra quelle europee, nazionali e regionali, abbiamo stimato che si potrebbe arrivare a 31 milioni di euro circa. Bisogna però lavorarci tutti assieme per creare un modello di mitigazione del rischio, che renda più sicuro il Centro Abruzzo e riqualifichi la sua immagine, attraverso la creazione di un vero e proprio marchio d'area esportabile altrove".

Hanno partecipato all'incontro alcuni sindaci e amministratori del territorio, fra cui, quelli di Sulmona, Pratola, Cansano, Raiano e Prezza.
Presenti anche i Comitati cittadini per l'ambiente che sono tornati ad avvertire la cittadinanza, attraverso distribuzione di volantini e interventi, sulla la pericolosità sismica della centrale e del metanodotto Snam.

Fonte - Federica Pantano www.rete5.tv


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